Oggi si celebra in tutto il mondo cattolico Sant’Elena, imperatrice nonché madre dell’imperatore Costantino. La Santa, famosa per le sue innumerevoli opere di carità, morì in Germania, precisamente a Treviri, nel 329 dopo cristo, e sono diverse le teorie circa il luogo della sua sepoltura. Inizialmente, come ricorda il portale lalucedimaria.it, il suo corpo venne trasferito nella capitale italiana, a Roma, quindi sepolto sulla via Labicana. Successivamente però, Sant’Elena venne portata a Costantinopoli dietro volere dello stesso figlio imperatore. Da quel momento in poi, si sono perse le tracce del cadavere della Santa, e sono diverse le ipotesi in merito alla sua attuale ubicazione. Secondo una teoria, le reliquie sarebbero state trasferite in Francia, mentre per un’altra branchia di studiosi e religiosi, Sant’Elena sarebbe al momento ubicata nella basilica di Santa Maria in Aracoeli a Roma. Infine, la terza ipotesi, che vede la santa in quel di Venezia, nella chiesa che porta il suo nome. Da sottolineare come a Roma, sulla Casilina, vi sia il Mausoleo fatto costruire dall’imperatore Costantino fra il 326 e 330. Sant’Elena è venerata non soltanto dal mondo cattolico ma anche da quello ortodosso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SANT’ELENA IMPERATRICE, OGGI 18 AGOSTO
Il 18 agosto si festeggia Sant’Elena Imperatrice, ricordata per le sue opere di carità e per essere la madre dell’Imperatore Costantino. La Santa nacque a Drepane, in Bitinia, nel 250 d.C., da una famiglia pagana e di origini molto umili. Fin da giovane Elena dimostro le sue eccellenti doti caratteriali, quali un grande ingegno e una bontà d’animo piuttosto elevata. Si caratterizzò sempre per la sua semplicità e modestia, doti queste che attirarono l’attenzione dell’ufficiale Costanzo Cloro, che la volle in sposa e la portò con se in Dardania, luogo dove egli aveva possedimenti e terre. Nel 272 Elena ebbe Costantino, colui che divenne il futuro imperatore artefice della libertà del Cristianesimo. Nel 293 la donna venne legalmente ripudiata da Costanzo, per volere del Senato che volle erigere l’ufficiale a Cesare facendolo sposare con Teodora. Matrimonio politico che servì a cementare definitivamente il ruolo di Costanzo a Cesare.
Elena fu spogliata ed umiliata di tutto ciò che aveva, marito, figlio, possedimenti, ma si ritirò con estrema umiltà dalla vita politica, vivendo tranquillamente nella sua villa in Illiria. Quando suo figlio Costantino divenne finalmente imperatore, egli volle riscattare sua madre, elevandola ad una posizione sociale più alta, conferendole il titolo di Augusta. La donna, già piena di virtù, si dedicò quindi con estremo fervore ad opere di carità, ed utilizzò i fondi della corona per far erigere chiese e templi cristiani, aiutando così suo figlio a far crescere ed espandere il Cristianesimo, soprattutto in terra Santa. L’opera della santa fu sentita soprattutto in Palestina, a Gerusalemme, dove si recò la prima volta nel 326. Qui ebbe modo di espandere la sua generosità elargendo elemosine a chiunque ne avesse bisogno, e fece in modo da far abbattere il tempio di Venere, edificato sopra il santo sepolcro dai pagani, liberando di fatto un luogo sacro alla cristianità e ritrovando la croce dove il Cristo su ucciso. Nel 328 Sant’Elena tornò a Roma, dove morì a 80 anni tra le braccia del figlio Costantino, dopo una vita dedicata alla benevolenza e alle opere di carità.
Sant’Elena Imperatrice, dove si festeggia?
Sant’Elena Imperatrice è la Santa protettrice di Ascoli Piceno e Pesaro. La sua figura è molto sentita soprattutto nel Nord Europa, soprattutto in Germania, Francia, Colonia, Treviri e Bonn. Qui il giorno della sua celebrazione è usanza seminare il lino, affinché cresca fino e lungo, proprio come i capelli della donna. Per la chiesa cattolica il giorno della celebrazione di Sant’Elena Imperatrice è il 18 agosto, mentre per quella ortodossa il 21 maggio.
Altri Santi di oggi
Il 18 agosto vede protagonisti della celebrazione anche altri santi, tra i quali ricordiamo Sant’Agapito, San Firmino di Metz, San Giovanni di Rila, San Lauro, l’abate San Macario di Pelecete, e infine il sacerdote Beato Francesco Arias Martin.