Santori: “Soddisfatto per preferenze, ma Clance meglio”/ “Scelto il Pd per 2 motivi”

- Chiara Ferrara

Mattia Santori ha ottenuto un gran numero di voti alle elezioni comunali di Bologna: "Soddisfatto per preferenze, ma Emily Clance meglio"

mattia santori Mattia Santori, leader delle Sardine (LaPresse)

Mattia Santori, il fondatore delle «sardine», alle elezioni comunali di Bologna è stato il candidato consigliere che ha ottenuto il maggior numero di preferenze per la lista del Partito Democratico a supporto del candidato sindaco Matteo Lepore, che ha vinto a primo turno. Oltre 2.500 voti che gli consentiranno di fare parte della maggioranza del nuovo Consiglio Comunale.

Il trentaquattrenne ha parlato del successo nel corso di un’intervista a In Onda, trasmessa su La 7 sabato 9 ottobre. “Avere ottenuto un gran numero di preferenze per me è motivo di gratificazione. È stata anche una liberazione e ricompensa dopo due anni in cui mi sono speso per dare seguito a quella protesta che era stata soltanto una prima fiammata”. Così Mattia Santori ha ricordato i primi anni della sua carriera politica, ancora agli albori, con la nascita del movimento delle «sardine» nel 2019 a fronte delle elezioni regionali in Emilia-Romagna vinte da Stefano Bonaccini. Adesso si è tolto la sua prima grande soddisfazione, ma mantiene i piedi ben saldi per terra. “Non sono recordman, dato che Emily Clancy ha ottenuto più voti. È giusto che la battaglia sia super partes e lei ha nettamente vinto. Credo sia un bel segnale perché l’offerta politica a Bologna è stata netta e controcorrente. L’elettorato lo ha premiato”.

Santori: “Soddisfatto per preferenze, ma Clance meglio”. Perché ha scelto il Pd?

Mattia Santori, nel corso dell’intervista a In Onda, ha svelato anche il motivo per cui ha partecipato alle elezioni comunali di Bologna nella lista del Partito Democratico. “La decisione della lista è stata la più sofferta. Elly Schelin ed Emily Clancy mi avevano chiesto di candidarmi nella loro lista”. In particolare, sono due le ragioni che lo hanno spinto a compiere tale scelta. “In primis volevo essere un civico tra i politici per dare un segnale dentro il Pd. Poi il Partito Democratico è una forza nazionale. Non sopporto il provincialismo, per me fare politica nella mia città significa avere uno sguardo nazionale”, ha chiarito.

Infine, un commento sulle proteste dei No Green Pass a Roma: “Vedere la sede di un sindacato assaltata con bandiere dell’Italia, cori violenti e persone che mostrano le mani insanguinate fa grande impressione. Credo che questo nuoccia anche alle persone perbene che sono parte del corteo. Protestare e criticare è legittimo, lo è anche andare davanti alla Cgil per lamentarsi. Fino a quel punto però no”, ha concluso.





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