Nel quartiere dei diamanti, ad Anversa, in Belgio, gli anziani non hanno dimenticato l’attentato del 1981, quando un’auto contenente 100 kg di pentrite esplose davanti alla sinagoga di rue Hovenier, provocando la morte di tre persone e decine di feriti.
Oggi lì si trova “l’ultimo vero quartiere ebraico ortodosso d’Europa” con circa 350 laboratori di taglio e raffinazione e 1.500 aziende che, nonostante la concorrenza di Dubai e Bombay, commerciano diamanti grezzi e lavorati con successo. Attualmente da lì provengono più dell’80% dei diamanti grezzi del mondo, il 50% delle pietre levigate e il 40% dei diamanti industriali. L’Unione Europea e il G7 hanno adesso deciso che metteranno al bando i diamanti non industriali estratti o lavorati in Russia: gli anziani del quartiere, però, non sembrano intenzionati a parlarne.
L’ex commerciante di diamanti e ora consulente, David Horowitz, a Le Monde esprime dubbi: “Ciò che è stato annunciato sarà quasi impossibile da attuare. Non siamo riusciti a vietare il petrolio russo, perché dovremmo riuscirci con i diamanti?”. Il primo ministro belga Alexander De Croo e i suoi consiglieri hanno invece una visione completamente diversa e molto ottimistica. Secondo loro, le misure che entreranno gradualmente in vigore dal 1 gennaio 2024 non solo prosciugheranno le risorse finanziarie della Russia, ma permetteranno ad Anversa di tornare leader nel mercato. In Russia i diamanti sono il terzo prodotto di esportazione del Paese dopo petrolio e gas e apportano ancora dai 4 ai 5 miliardi di euro all’anno.
Diamanti, vietati quelli russi: cosa cambia sul mercato
De Croo, primo ministro del Belgio, ha imposto ai suoi partner europei un approccio internazionale, poiché l’embargo sui diamanti grezzi richiesto da alcuni Stati dell’UE non è riuscito, secondo lui, a impedire che i diamanti lucidati rimangano sul mercato. Ad esempio un diamante siberiano lucidato a Bombay perde la nazionalità russa per diventare indiana e a causa della mancanza di tracciabilità dell’origine, è impossibile individuarlo. Il capo del governo belga ha quindi chiesto una misura generale a livello del G7, che controlla il 70% del mercato mondiale dei diamanti e che potrebbe anche esercitare pressioni su altri attori chiave, grandi consumatori di diamanti russi. Il divieto sulle pietre russe riguarderà i diamanti e i gioielli naturali o sintetici da gennaio 2024, e i diamanti russi tagliati in altri Paesi da settembre.
La tracciabilità dovrà certificare al 100% la provenienza delle pietre, grazie a tecniche sofisticate e alla creazione di un “gemello digitale” di ogni pietra, consultabile in ogni momento in un database. Secondo De Croo questa rivoluzione del mercato offrirà ad Anversa una “possibilità” unica di crescere e diventare il “centro mondiale del commercio pulito dei diamanti”. Il 90% dei diamanti grezzi che arrivano ad Anversa vengono ora tagliati in India, spiega ancora Le Monde. Inoltre, i commercianti di pietre preziose grezze hanno preso l’iniziativa di sfuggire ai futuri controlli e di trasferirsi a Dubai, il centro dalle pratiche opache che collega l’Africa all’Asia. Secondo il commerciante Horowitz, inoltre, “le banche hanno abbandonato Anversa, e i pochi rimasti lì ci considerano alla pari degli appestati o delle prostitute. Ai loro occhi siamo un’industria “problematica”, ci rifiutano qualsiasi credito e limitano la nostra attività. A Dubai le porte degli istituti finanziari sono spalancate”.