Sara Ben Salha, ex compagna di cella di Alessia Pifferi: “Ha sofferto molto, le sono vicina”
Sara Ben Salha, ex compagna di cella di Alessia Pifferi, parla della mamma della piccola Diana ad “Iceberg Lombardia”. “Se quello che è emerso è vero, prendo completamente le distanze da Alessia. Ho avuto l’idea di una donna che soffriva, ma se si parla di violenza sessuale su minore…”. Solange Marchignoli, legale della Pifferi, ci tiene subito a precisare che non è così e a prendere le difese della sua assistita: “Non esiste questa accusa, te lo spiegheranno gli avvocati. Chiederemo l’archiviazione”.
Il conduttore spiega poi che le ultime accuse girano attorno al presunto sesso a pagamento, fatto o meno in presenza di Diana. Così, la giovane, incarcerata per alcuni guai con delle babygang, spiega il proprio punto di vista: “Sesso a pagamento? Non me ne ha mai parlato ma non giudico una donna che sceglie di fare una cosa del genere. Chiaramente cambia se si parla o no della presenza della bambina. Mi faceva compassione, quando ho sentito la sua voce mentre parlava con l’avvocato mi sono commossa. Ha sofferto tanto, le sono vicina e mi dispiace per la situazione”.
Sara Ben Salha, ex compagna di cella di Alessia Pifferi: “Le ho scritto una lettera ma…”
L’avvocato Solange Marchignoli spiega perché non avrebbe apprezzato la testimonianza della giovane e le sue dichiarazioni: “Ho appreso dai giornali che Sara dice che la signora Pifferi avrebbe dichiarato alla sua dirimpettaia di cella che la colpa è del fidanzato. Io ho semplicemente detto che bisognerebbe pensarci prima di dare la responsabilità ad un’altra persona”. Sara Ben Salha specifica: “Lei ha detto che se non fosse tornato questo signore nella sua vita, determinate scelte non le avrebbe fatte. Lei aveva una sorta di dipendenza affettiva da questa persona”.
La giovane, ormai libera anche dagli arresti domiciliari e con il solo obbligo di firma, spiega che aveva provato a contattare Alessia una volta fuori, senza però ricevere una risposta da parte della donna: “Uscita dal carcere ho scritto ad Alessia Pifferi una lettera dicendo che avevo rilasciato un’intervista perché volevo che uscisse il lato umano di lei. Lei non mi ha mai risposto, magari non se la sentiva, la capisco“.