Femminicidio a Messina: nel pomeriggio del 31 marzo, una giovane studentessa di Scienze infermieristiche, Sara Campanella, è stata uccisa con una coltellata alla gola davanti ad alcuni testimoni. Uno di loro avrebbe cercato di fermare l’assassino che poi si è dato alla fuga.
Secondo le recenti indiscrezioni sul fronte delle indagini, gli investigatori avrebbero individuato un sospettato all’esito di un’imponente caccia all’uomo e sarebbe attualmente in stato di fermo. Si tratterebbe di un coetaneo della vittima, suo collega universitario ora accusato dell’omicidio della ragazza.
Sara Campanella chi è: un percorso per diventare infermiera, il tirocinio e il femminicidio
Sara Campanella, secondo quanto ricostruisce ANSA, aveva 22 anni ed era iscritta alla facoltà di Scienze infermieristiche di Messina con il sogno di diventare un’infermiera. Originaria di Misilmeri, nel Palermitano, frequentava il terzo anno e praticava come tirocinante nello stesso ospedale dove, poche ore fa, i soccorritori l’hanno portata in fin di vita dopo l’allarme lanciato da alcuni testimoni oculari del delitto.
La studentessa 22enne sarebbe stata aggredita e accoltellata proprio fuori da quel nosocomio al termine di una giornata di tirocinio. Il killer l’avrebbe seguita mentre si dirigeva alla fermata del bus e l’avrebbe colpita con un fendente al collo. Secondo quanto descritto da un testimone, la giovane avrebbe fatto un paio di passi prima di accasciarsi al suolo. Le indagini sono in mano ai Carabinieri del Comando provinciale e una prima svolta è arrivata con il fermo del sospettato, un ragazzo ora accusato del femminicidio. ANSA riporta che tra vittima e indagato ci sarebbe stata una relazione poi interrotta.
Sara Campanella, amici parlano di “attenzioni morbose” del sospettato per almeno 2 anni
Alcuni dettagli della vicenda sono emersi questa mattina durante la conferenza stampa presso la Procura di Messina. Sara Campanella non aveva mai denunciato, hanno riferito gli inquirenti, ma secondo alcuni amici per almeno 2 anni avrebbe subito “attenzioni morbose” da parte del sospettato.
“È giusto porre attenzione ai reati da codice rosso ma, come emerge proprio da questa vicenda paradigmatica, la risposta penale non è sufficiente. Occorre che protocolli di prevenzione e ascolto presso strutture pubbliche vengano alimentati e rafforzati“. Sono le parole del procuratore sulla necessità di interventi mirati a tutelare le vittime prima di derive irreversibili come il femminicidio.
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Messina ha sottolineato che la risposta investigativa è stata tempestiva e ha permesso di arrivare al sospettato nel giro di poche ore, anche grazie al contributo delle testimonianze rese da amici e colleghi della vittima. “Il soggetto indagato ha pedinato la ragazza per un percorso non breve, fino al punto in cui la discussione è degenerata e c’è stato probabilmente un respingimento netto da parte della povera Sara nei confronti del presunto omicida. Poi il delitto“.