Sara Pedri, ispettori ministero “Tateo vessava colleghi”/ Ex primario “mobbing e…”

- Emanuela Longo

Scomparsa Sara Pedri, emerge il rapporto degli ispettori del ministero: il doppio volto dell'ex primario Tateo, amato dai pazienti e temuto dai colleghi

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Dopo la misteriosa scomparsa della giovane ginecologa Sara Pedri e la conseguente denuncia della sua famiglia, che ha puntato il dito contro il “clima di terrore” vissuto nel reparto dell’ospedale Santa Chiara di Trento, sono intervenuti anche gli ispettori inviati dal ministro Speranza. Dal loro lavoro, come riferisce Corriere della Sera, è emerso il doppio volto dell’ex primario Saverio Tateo. Da una parte un uomo meraviglioso con le sue pazienti, dall’altra un medico capace di “vessare i colleghi e mortificarli davanti a tutti”. Una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde, dunque.

Gli ispettori con a capo Maria Grazia Laganà sono giunti a Trento i primi di luglio ed hanno sentito in tre giorni numerosi operatori sanitari. Sono stati analizzati gli spazi e le attività svolte dall’unità operativa di ginecologia e ostetricia sotto la direzione di Tateo e visionato l’intera documentazione del reparto, dai registri delle presenze alle cartelle cliniche delle pazienti. Il primo dato emerso dal lavoro degli ispettori sarebbe stato il completo “scollamento tra l’attività professionale e il carattere del primario”. Ne è emerso che il reparto è indubbiamente di eccellenza, con qualità delle cure elevate ed alcun evento avverso. Tuttavia, se per le pazienti l’ex primario sarebbe “un uomo meraviglioso”, diverso sarebbe il parere di colleghi e personale. Le carte fanno emergere episodi di “mobbing e ostruzionismo sul lavoro”. Nel dettaglio l’ex primario avrebbe “insultato i colleghi anche davanti ai pazienti e li avrebbe esclusi dalle sale operatorie, con un’evidente mortificazione per i professionisti”. Tateo era solito inoltre chiedere ai colleghi orari extra, salvo poi lasciarli in reparto senza nulla da fare.

Sara Pedri, dopo la scomparsa rotto il silenzio dei colleghi

L’incredibile situazione raccontata agli ispettori del ministero dai sanitari interpellati, sarebbe andata avanti per anni ma tutto sarebbe esploso in seguito alla scomparsa di Sara Pedri, le ginecologa di Forlì giunta a Trento lo scorso anno e della quale non si hanno più notizie dal 4 marzo scorso. La sua auto con cellulare e portafogli lasciati sul sedile, è stata trovata vicino un ponte nei pressi di Cles, un luogo tristemente noto per i numerosi suicidi registrati.

A denunciare il clima di terrore nel quale Sara avrebbe a lungo lavorato, è stata la sorella Emanuela. Alle sue accuse si sarebbero aggiunte quelle di molte altre ginecologhe ed ostetriche dello stesso reparto che avrebbero puntato il dito contro Tateo e la sua vice, Liliana Mereu, entrambi rimossi dall’Azienda sanitaria. Quanto emerso dalla commissione va a confermare ciò che era trapelato dalla relazione dei Nas della procura di Trento. L’Azienda sanitaria ha avanzato 17 contestazioni giustificando il licenziamento di Tateo che potrà ora essere confermato o meno dal comitato dei garanti. I legali dell’ex primario non commentano, in attesa di poter visionare tutte le carte, mentre Tateo è tornato a lavorare a Trento ma in un ufficio dedicato alle cure palliative.







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