Il parziale accordo fra Usa e Cina sui dazi non rimuove una divergenza che rimane profonda. Come dimostra la vicenda Covid-19
La Casa Bianca ha lanciato un nuovo sito web col quale vuole comunicare al popolo americano la sua visione sulla vicenda del Covid-19 e tutto ciò che è accaduto in America in quel periodo. In questo modo, Trump non ha fatto altro che svelare il suo vero obiettivo, la Cina.
La prima pagina di quel sito enuncia 5 punti molto forti, con una premessa ancora più forte: “La pubblicazione sulla origine del Sars-Cov-2 è stata originata dal Dr. Fauci per promuovere la narrativa preferenziale secondo la quale il Covid-19 è stato di origine naturale”.
E poi al punto 1 si afferma: “Il virus possiede una caratteristica biologica mai riscontrata in natura”. La stoccata arriva al punto 3: “Wuhan è la sede del laboratorio di ricerca più avanzato cinese, che ha una storia per condurre ricerche sul guadagno di funzione a livelli di biosicurezza inadeguati”.
E infine al punto 4: “I ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan sono stati colpiti da sintomi simili mesi prima che il Covid-19 venne scoperto al mercato” (di Wuhan, ndr).
Insomma, un attacco a Fauci, sostenitore dell’origine naturale, ma un attacco anche ai cinesi e alla scarsa trasparenza del regime in quella circostanza.
Certamente, le posizioni di Trump e del suo staff sul virus e sulle vaccinazioni sono note da tempo, ma certamente vuol dire qualcosa aver tirato fuori il tema in occasione delle trattative sui dazi.
Del Covid e delle vaccinazioni mi sono occupato in un articolo pubblicato nel settembre 2021. In quel pezzo facevo riferimento ai dati allora disponibili dalle fonti ufficiali (Istat e Protezione civile) e avevo notato come i decessi per Covid nell’estate 2021, nonostante la vaccinazione, fossero aumentati. Inoltre avevo riportato il contenuto dell’editoriale del British Medical Journal, dal titolo eloquente: “I vaccini Covid-19 salveranno vite umane? Gli attuali procedimenti non sono disegnati per dircelo”.
Per questo avevo criticato le dichiarazioni del presidente della Repubblica, che aveva affermato “non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione”, sostenendo che la salute, cioè la vita umana, è superiore alla libertà. Ma la fallacia del ragionamento era quella di legare la salute a quella specifica campagna di vaccinazione i cui risultati mettevano in dubbio gli effetti sulla salute umana.
Avevo però riportato anche le parole dello stesso capo dello Stato, pronunciate il 25 aprile del 2019, pochi mesi prima dello scoppio della pandemia. Ecco quelle parole dense di significati profondi: “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva… È il dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente, che compongono l’identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro”.
Per chi scrive il tema della memoria è il tema cruciale, decisivo dei tempi moderni; è su questo campo che si gioca la grande battaglia: mi impegno che ogni articolo che scrivo richiami alla memoria qualcosa di fatto, di detto, soprattutto quando si tratta di qualcosa che in qualche modo sta al confine tra memoria e storia. Questo perché, proprio quando vengono a cadere i grandi riferimenti morali di un popolo, il potere costituito tenta di manipolare la memoria, ma soprattutto tenta di distruggerla, poiché solo in questo modo, qualsiasi cosa faccia, la può presentare come una novità, come una nuova idea, come una nuova soluzione. Ma soprattutto solo così non ci si prende mai la responsabilità delle proprie azioni, soprattutto dei propri fallimenti.
Ora torniamo al tema dei dati sulla mortalità pre e post vaccinazione. I dati di oggi sono ormai inconfutabili e sono stati oggetto di studio da autori dal peso scientifico ben superiore al mio. E questi studi hanno scatenato nuove polemiche, nuove discussioni, nuovi approfondimenti e nuovi opinioni contrastanti.
In tutto questo bailamme, a me sembra che ci si sia facilmente dimenticati delle informazioni trasmesse e delle decisioni prese, decisioni di tipo squisitamente politico, a volte in contrasto con il parere degli scienziati consultati. Mi riferisco, per esempio, alla decisione del governo Conte di chiudere le scuole, una decisione del tutto politica, una decisione presa in contrasto con l’opinione del CTS, quel comitato di scienziati istituito dal governo stesso.
E perché mai gli scienziati erano contrari? Perché già allora era evidente che quelli colpiti dal virus erano gli anziani, mentre i bambini (cosa assai strana per un qualsiasi altro virus) erano praticamente immuni. Cioè potevano contrarre il virus, ma questo non si trasformava quasi mai in malattia, poiché il loro sistema immunitario riusciva a contrastare il virus e quindi il loro corpo manteneva una carica virale bassa. Anche per questo motivo non potevano essere loro a trasmettere il virus agli anziani o ai cosiddetti “fragili”.
Questo appariva (e appare) come una delle questioni più critiche della campagna di vaccinazione: perché vaccinare i giovani e addirittura i bambini, se questi non vengono colpiti dal virus? La questione è cruciale proprio perché i famosi test (quelli che all’inizio venivano sbandierati con una efficacia del 98%) non sono stati effettuati né su bambini né su donne in gravidanza.
Ma sono state diverse le decisioni politiche prese durante la pandemia che hanno suscitato forti perplessità. Per esempio, se i vaccini erano tanto sicuri, perché mai fare una legge per lo scudo penale per i medici per il reato di omicidio colposo?
Quel mio articolo è stato duramente contestato da un altro articolo apparso su queste pagine, ma i contenuti mi apparvero pretestuosi, poiché asseriva che non è corretto confrontare i decessi di un anno con quelli degli anni precedenti: invece bisognava confrontare i decessi di allora con una situazione ipotetica nella quale non si fosse vaccinato. Ma siccome questi dati non li ha nessuno, la critica mi pare davvero debole.
Ora però non solo abbiamo dati molto più completi, ma abbiamo anche numerosissime ricerche scientifiche che hanno mostrato gli effetti dannosi di una vaccinazione di massa compiuta senza alcun criterio. Sono oltre un migliaio gli studi che attestano i danni da vaccinazione per il Covid-19 e una lista sicuramente parziale ma impressionante si trova per esempio a questo link.
Addirittura c’è uno studio intitolato Paradoxical increase in global COVID-19 deaths with vaccination coverage (“Paradossale incremento dei decessi Covid-19 con copertura vaccinale”). Ho avuto modo di discutere con persone favorevoli ai vaccini e ho notato questa strana trasformazione: la risposta automatica “bisogna dare fiducia alla scienza”, di fronte alla citazione di articoli scientifici, diventa rapidamente “bisogna vedere chi lo ha scritto”.
Il comportamento contraddittorio del governo non è un fatto solo italiano: anche negli Usa si sono moltiplicate le inchieste, spesso arenatesi per l’intervento dell’amministrazione Biden, la quale ha concluso il suo mandato concedendo la grazia al Fauci, il massimo responsabile della campagna di vaccinazione, coinvolto negli occulti finanziamenti che hanno permesso lo sviluppo di ricerche in un laboratorio non adeguatamente sicuro come quello di Wuhan.
Quindi Trump con le sue iniziative e le sue “sparate” mediatiche non solo sta colpendo all’interno del suo Paese i fanatici della vaccinazione che nel precedente governo hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo, ma sta anche puntando il dito accusatorio con quello che ritiene il suo principale avversario sul piano internazionale, cioè la Cina.
Col suo attivismo politico, che molti criticano perché non inquadrabile nei loro schemi, Trump sta portando a casa risultati concreti: con la storia dei dazi, si sta assicurando importanti vendite di gas per l’Europa; sta mettendo nell’angolo la Cina, con la sostanziale collaborazione delle grandi imprese americane, che hanno iniziato a pianificare il trasferimento degli impianti produttivi in India; sta imponendo dazi, che oltre a procurare una temporanea maggiore liquidità alle casse dello Stato, spingeranno le imprese a portare i propri impianti produttivi negli Usa e quindi a creare nuovi posti di lavoro. Inoltre sta tentando di ritagliarsi un ruolo politico centrale nel quadro internazionale, con i colloqui serrati con la Russia di Putin e con il mondo arabo.
Sono tempi di rapidi cambiamenti, nei quali il dinamismo dell’amministrazione americana sta spiazzando un po’ tutti: anche perché gli altri sono rimasti piuttosto immobili, spesso con l’unico obiettivo di difendere il proprio orticello di potere. Si prospettano tempi interessanti.
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