Come anticipato in questi giorni dal settimanale tedesco Der Spiegel, l’Ue starebbe valutando una revisione del Green Deal dell’auto e del suo pacchetto attuativo Fit for 55 che, com’è noto, prevede lo stop alla produzione di veicoli col motore endotermico dal 2035: a Bruxelles sarebbero in procinto, in dialogo con i costruttori europei, di aprire il mercato anche alle auto ibride plug-in e alle elettriche dotate di range extender (veicoli elettrici con un piccolo motore ausiliario a benzina col solo scopo di ricaricare la batteria).
Il compromesso sarebbe già stato raggiunto in via informale e determinante sarebbe stata l’intermediazione di Eckart von Klaeden, ex ministro nel Governo di Angela Merkel e oggi curatore dei rapporti istituzionali di Mercedes-Benz: “Crediamo che la regolamentazione debba essere sempre aperta alla tecnologia, in modo tale da consentire l’autorizzazione di modelli ibridi plug-in e con il range extender perché si tratta di veicoli puliti” ha dichiarato von Klaeden.
Sono parole importanti, soprattutto considerando che il ceo di Mercedes-Benz, Ola Källenius, è dal 1° gennaio 2025 anche presidente di Acea, l’associazione dei costruttori europei.
Der Spiegel cita un documento strategico dell’Ue intitolato “Competitiveness Compass”, nel quale la Commissione avrebbe incluso le parole auspicate dai costruttori: “Nel contesto del dialogo troveremo soluzioni immediate per garantire la capacità dell’industria di investire, esaminando possibili flessibilità”.
Inoltre, “raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica per le auto entro il 2035 richiederà un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, in cui gli e-fuel svolgeranno un ruolo attraverso una modifica mirata al regolamento come parte della revisione pianificata”.
Già da tempo osserviamo come la grande industria europea si sia resa conto dei suoi errori di valutazione: il total electric a far data dal 2035 è stata una scelta del tutto avallata dai costruttori, in particolare da Volkswagen e Stellantis.
Le anticipazioni di Der Spiegel non fanno altro che confermare le nostre previsioni: per la tenuta dell’industria europea, è inevitabile che il quadro normativo vigente sia riformato. Vedremo, inoltre, cosa riguarderanno le aperture della riforma, perché se prevarrà il principio della “neutralità tecnologica” è chiaro che non saranno solo le ibride plug-in e le range extender ad affiancare le auto elettriche.
Akio Toyoda, attuale presidente e ceo della Toyota, dice da anni che l’auto elettrica non andrà oltre il 35% del mercato.
Non a caso ha scommesso molto sulla tecnologia full hybrid. Quando Oliver Blume (ceo di Volkswagen) dice “abbiamo tre anni di tempo per invertire il trend o chiudiamo”, sta concretamente dicendo che o in Europa inventiamo una nuova tecnologia o soccomberemo sotto i colpi dell’industria asiatica (in particolare giapponese e coreana), più avanzata dal punto di vista tecnologico.
Quella dell’auto sarà una delle grandi sfide continentali dei prossimi anni. Su questo terreno, l’Europa si gioca una grossa fetta del suo futuro.
Twitter: @sabella_oikos
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