Siamo sull’orlo dell’abisso! È il novembre del 2008 quando Richard Wagoner, numero uno di General Motors, pronuncia queste parole nel momento in cui la crisi finanziaria negli Usa travolge l’economia reale. E, con essa, non può essere risparmiato il settore dell’auto, comparto simbolo dell’industria americana e non solo. Il resto è storia, anche un po’ italiana, visto che proprio in quel frangente si creano le condizioni per la nascita di Fiat Chrysler Automobiles, oggi Stellantis.
Da Fca a Stellantis, quello che manca è il protagonista di quella stagione (2008-2018), Sergio Marchionne, di cui mai come prima percepiamo l’assenza. Sì, perché Marchionne è stato l’artefice di una delle più grandi performance che la storia dell’industria registra. Mentre, oggi, i grandi costruttori europei paiono invece subire le avversità della contrazione del mercato, processo ormai in atto da anni che, fondamentalmente, chiede risposte innovative.
Dei problemi del settore auto abbiamo parlato a lungo su queste pagine. Stellantis e Volkswagen, in particolare, sono in seria difficoltà. La prima nel 2024 si è vista ridurre del 17% il proprio fatturato. La seconda è riuscita a mantenere i ricavi in linea con il 2023 pur perdendo quote di mercato. Renault è il gruppo che sta meglio: ha chiuso il 2024 con un incremento del 7,4% rispetto al 2023 e il primo quadrimestre 2025 è praticamente in linea con quello 2024.
Da tempo, i grandi costruttori attribuiscono le responsabilità della loro crisi alle scelte di Bruxelles, ma abbiamo già visto che non è così. E, su questa linea, è la doppia intervista di John Elkann e Luca De Meo al quotidiano francese Le Figaro.
In sintesi, i vertici di Stellantis e Renault chiedono alla Commissione europea di permettere all’industria di produrre auto richieste dal mercato e non dalla legge. Per quanto già lo scorso anno proprio De Meo, da Presidente dei costruttori europei (Acea), già aveva inviato una lettera a tutti gli stakeholder (Commissione compresa) proprio per sensibilizzare sui medesimi aspetti, quello attuale è un simile appello che sottolinea quanto il 2025 sia anno cruciale per un cambiamento di rotta.
Come abbiamo più volte rimarcato, i grandi costruttori europei sono i principali responsabili delle scelte di Bruxelles, in particolare del Fit for 55 che segna la fine del motore endotermico. La sola produzione di auto elettriche era vista come strategia per rifondare il mercato dell’auto. Peccato che, in questo modo, il mercato sia terra di conquista soprattutto dei marchi cinesi.
Oggi i costruttori europei hanno evidentemente cambiato idea. Non è un male, “solo gli stupidi non cambiano mai idea” diceva Einstein.
Twitter: @sabella_oikos
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