Il 30 aprile 1950 nasceva la Cisl grazie alla confluenza della Libera Cgil (LCgil), una parte della Federazione italiana dei lavoratori (Fil) e di alcuni sindacati autonomi del settore dei servizi pubblici e privati. Giulio Pastore, un ex operaio tessile, fin da giovane impegnato nelle lotte del sindacalismo “bianco”, finito più volte in prigione durante il Ventennio per il suo intransigente antifascismo, che aveva partecipato poi attivamente alla Resistenza e che era stato l’ ex Segretario generale della LCgil, viene eletto il primo Segretario generale della nuova organizzazione.
Negli anni la Cisl si configura sempre più, almeno nello “story telling” della Confederazione di via Pò, come un sindacato indipendente da logiche politiche e ideologiche. La sua ragion d’essere prioritaria viene individuata, quindi, nella difesa e nell’avanzamento del lavoro, come leva di promozione umana e civile. Un lavoro, insomma, che deve essere, prima di tutto, tutelato nella sua dignità, nelle sue condizioni salariali, normative e professionali. Si sottolinea, poi, la necessità che il lavoro sia buono e duraturo, e che possa rappresentare per tutti i lavoratori un (il?) veicolo di benessere e di cittadinanza.
In questo percorso di ideale continuità si è riunito ieri il Consiglio generale confederale della Cisl chiamato a ratificare le dimissioni del Segretario generale uscente Luigi Sbarra per raggiunti limiti di età, come previsto dallo Statuto, ed eleggere il nuovo Segretario generale e la nuova Segreteria nazionale. Vi è stato un pieno, e unanime, sostegno alla proposta di Luigi Sbarra di indicare Daniela Fumarola, Segretaria generale aggiunta, per la sua successione alla guida della Cisl.
Daniela Fumarola, peraltro non la prima donna a ricoprire questo ruolo prestigioso, ha percorso tutti i gradi nella scala gerarchica sindacale, partendo dal basso, con una lunga esperienza nel territorio di provenienza (la Puglia) e a livello di categoria (agroindustria), per approdare poi alla confederazione.
Una segreteria che rilancia la sua azione partendo da quanto fatto dal suo predecessore che può rivendicare di aver condotto, fino all'”ultimo miglio”, la battaglia storica della Cisl, la partecipazione dei lavoratori. La proposta di legge della Cisl sulla partecipazione ha, infatti, raccolto ben 400 mila firme e raggiunto un ampio sostegno fuori, e dentro, il Parlamento. Nella Legge di Bilancio di quest’anno è stato, persino, istituito così un primo fondo di 72 milioni di euro per incentivare la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati delle imprese.
I tesserati alla Cisl nel 2024, sotto la guida di Sbarra, sono stati ben 4.163.327, con un incremento, cosa non secondaria per un’organizzazione sociale, di 51.771 iscritti rispetto all’anno precedente pari allo 1,26%, l’aumento nell’ultimo quadriennio è di 94.216 associati. È rilevante, in particolare, la crescita tra i lavoratori attivi, che passano dai 2.480.752 del 2023 ai 2.550.427 del 2024 segnando un incremento di 69.675 iscritti pari a un +2,81%; di questi il 55,29% sono uomini e il 44,71% donne. I lavoratori attivi sono aumentati nell’ultimo quadriennio di 171.948 associati (+7,23%) e a oggi rappresentano il 61,26% degli iscritti complessivi alla Cisl.
Una storia, insomma, quella della Cisl che riparte e continua. È ovvio e naturale, in questi casi, augurare un “buon lavoro” a tutta la nuova, almeno in parte, classe dirigente dirigente cislina, ma soprattutto ai tanti lavoratori che questo sindacato è chiamato quotidianamente a rappresentare, ma non solo a quelli, in tempi, come quelli che stiamo vivendo, complessi e burrascosi e che chiamano tutti i soggetti in campo a immaginare e ripensare le modalità, e i tempi, del lavoro del futuro.
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