Pochi giorni prima di Pasqua, giovedì 17 aprile, si terrà la nuova riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. E non è chiaro se in quell’occasione si vorrà portare il tasso di interesse di riferimento, ora pari al 2,5%, al 2,25%, in corrispondenza dell’estremo superiore del range (l’estremo inferiore è stato fissato all’1,75%) individuato dalla stessa Eurotower per indicare il tasso neutrale, ovvero quello che non dà luogo né a una politica monetaria espansiva, né restrittiva.
Secondo Luigi Campiglio, professore di politica economica all’Università Cattolica di Milano, “il tasso neutrale è certamente un riferimento considerato con grande attenzione dalla Bce, ma è frutto di un modello econometrico. Si tratta, per così dire, di un obiettivo teorico, che potrebbe far fatica a reggere in un contesto come quello attuale, nel quale potrebbero esserci anche degli shock”.
In questo momento quale potrebbe essere lo shock più importante?
Trump ha fatto capire che le sue politiche economiche potrebbe avere dei benefici per gli Stati Uniti nel medio lungo termine, ma nel breve potrebbero anche causare una recessione, in quello che lui ha definito un “periodo di transizione”, non si sa quanto lungo. Il fatto che gli indici di borsa americana stiano seguendo un trend discendente non promette bene. Ovviamente quello che accade negli Stati Uniti non potrebbe non avere conseguenze per le aeree e i Paesi che hanno rapporti economici/finanziari con loro, Ue e Italia comprese.
Di fatto potrebbe esserci un ulteriore rallentamento attività economica europea?
Esattamente. Non dobbiamo fasciarci la testa, ma non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Occorre, pertanto, studiare gli opportuni interventi, consapevoli che la parola magica in questi casi è investimenti.
Come gli investimenti pubblici che la Germania sembra disposta a effettuare una volta riformato il freno al debito?
Sì, la Germania potrebbe riuscire nell’intento di tirarsi fuori dalle secche proprio mettendo mano a tutti gli investimenti in infrastrutture di cui è da diverso tempo piuttosto carente, basta guardare alla situazione delle ferrovie tedesche.
Se ci fossero questi investimenti in infrastrutture, e non solo nella difesa, l’economia tedesca potrebbe godere di una spinta positiva: basterebbe a compensare lo shock esterno della recessione americana o la Bce dovrebbe mettere in atto una politica monetaria più accomodante tagliando i tassi?
La spinta tedesca potrebbe non essere sufficiente. La Bce ha ancora margini per tagliare i tassi, ma sono limitati, guardando anche all’attuale range indicato per il tasso neutrale. Anche per questo abbiamo bisogno di investimenti per progetti che guardano al medio e lungo periodo. Penso occorra individuare delle modalità di canalizzazione dei risparmi e delle attività finanziarie, tra l’altro ben presenti in tutti i Paesi europei, per questo obiettivo, prendendo anche spunto dalle esperienze positive del private equity e del venture capital.
Un ruolo in tal senso possono averlo anche gli Stati, sempre che ci sia lo spazio fiscale per farlo, tramite investimenti pubblici in grado di trainare quelli privati?
Sì, la capacità della politica economica di incentivare e favorire gli investimenti non guasta mai. Gli investimenti pubblici sono importanti perché possono essere la scintilla per mettere in moto quelli privati. L’importante è che facciano crescere in modo sano l’Europa e l’Italia.
Quali investimenti rispondono a questa caratteristica?
L’attività di innovazione che scaturisce e che è richiesta da alcuni tipi di investimenti è quella capace di far scattare davvero la scintilla per uno sviluppo sano ed equilibrato. A mio parere gli investimenti immateriali, in particolare quelli in capitale umano, dovrebbero essere la priorità. Dopodiché va anche detto che non sono così facili da implementare.
Visto che in questi giorni in Europa si sta discutendo di trovare lo spazio fiscale per quelli in difesa, pensa ci dovrebbe essere un’attenzione anche per quest’altra tipologia di investimenti?
Sì, anche se va detto che ci sono investimenti in difesa che possono dare impulso alle attività di ricerca e sviluppo che possono rivelarsi utili rispetto ai bisogni pubblici e privati civili. Solo che non è semplice individuarli e poi saperli ben gestire a priori in modo che si trasformino in innovazioni importanti.
(Lorenzo Torrisi)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.