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Home » Esteri » SCENARIO GERMANIA/ Sapelli: Merz indebolito, a rischio i suoi piani su debito e Green Deal

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SCENARIO GERMANIA/ Sapelli: Merz indebolito, a rischio i suoi piani su debito e Green Deal

Int. Giulio Sapelli
Pubblicato 7 Maggio 2025 - Aggiornato alle ore 10:50
Friedrich Merz eletto Cancelliere dal Bundestag (Ansa)

Friedrich Merz eletto Cancelliere dal Bundestag (Ansa)

Friedrich Merz è il nuovo cancelliere tedesco. Ma nella votazione al Bundestag ha dovuto fare i conti con i franchi tiratori. Potrebbe essere più debole

Ieri mattina, contro ogni attesa, alla prima votazione del Bundestag, cui ha assistito anche Angela Merkel, Friderich Merz non è riuscito a ottenere i voti necessari a diventare cancelliere. Nonostante Cdu-Csu e Spd potessero contare su 328 parlamentari, 12 in più rispetto alla maggioranza assoluta necessaria, le preferenze a suo favore, espresse a scrutinio segreto, sono state solamente 310.


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La seconda votazione, tenuta nel pomeriggio, è andata meglio: Merz ha ottenuto 325 sì, ma resta aperta la caccia ai franchi tiratori. “A mio avviso vanno ricercati tra le fila della Cdu-Csu, perché i socialdemocratici avevano tutto l’interesse a far nascere questo Governo vista la situazione di crisi in cui si trovano”, ci dice Giulio Sapelli, professore emerito di storia economica all’Università degli studi di Milano.


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Come giudica il risultato a sorpresa del Bundestag di ieri mattina?

Si tratta di una sconfitta politica bruciante per Merz, soprattutto perché consumata sotto gli occhi di Angela Merkel, rappresentante massima di quel nucleo di interessi energetici teutonico-russi che è stato l’asse portante della tenuta economica tedesca e che ha resistito finché ha potuto, di fatto finché non è scoppiata la guerra in Ucraina. Al di là di quanto accaduto al Bundestag, ci sono due fatti recenti nella vita politica tedesca che credo valga la pena analizzare.

Di che cosa si tratta?

Il primo è rappresentato dalle dichiarazioni di Merz, secondo cui un’Europa indipendente dagli Stati Uniti rappresenta una priorità assoluta. Sono parole che mi hanno stupito e che esprimono una posizione che sarebbe stata impensabile per Angela Merkel, che riusciva a bilanciare un rapporto organico con la Russia proprio tramite una forte fedeltà atlantica. Trovo queste dichiarazioni macroniste di Merz decisamente incomprensibili.


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Qual è, invece, il secondo fatto politico tedesco che ritiene importante analizzare?

Il risultato di una lunga inchiesta durata tre anni dell’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione secondo cui AfD è un’organizzazione di estrema destra non compatibile con l’ordine democratico libero. Sicuramente ciò giova alla Spd e danneggia la Cdu-Csu che lo scorso anno aveva dialogato e trovato posizioni comuni con il partito di Weidel, specie sul tema dell’immigrazione. Non si può non notare che si tratta di un fatto simile a quanto avvenuto in Romania, dove sono state annullate le elezioni vinte da Georgescu per presunte interferenze russe, e in Francia, dove Le Pen è stata condannata per appropriazione indebita di fondi Ue e, soprattutto, dichiarata ineleggibile per cinque anni.

Cosa le dicono tutti questi fatti?

Per certi versi sta accadendo quello che in Italia conosciamo bene: il ricorso all’arma della magistratura in mancanza di argomenti politici. Mi pare che sia in atto una crisi dei sistemi politici, in quella parte che si trova tra i partiti e il loro elettorato. E mi sembra che non funzionino più a dovere gli apparati di intelligence civile o la magistratura stessa. Questo è a mio avviso anche l’effetto della guerra russo-ucraina, che ha introdotto nella vita politica europea un che di minaccioso e imprevisto che prima non c’era. E poi c’è una sorta di sfiducia nell’alleato americano.

Quanto peserà sul nuovo cancelliere quella prima votazione negativa al Bundestag?

I media tedeschi hanno evidenziato che era dal 1949 che un cancelliere non veniva eletto alla prima votazione. Credo, quindi, che questo peserà molto su Merz, anche perché non penso che avrà più quello spazio di manovra che voleva sul debito.

Nonostante la riforma del freno al debito sia già stata approvata?

È vero che è stata approvata la riforma, ma non ancora tutto il mega-piano di investimenti che dovrà essere vagliato dal Parlamento. E poi ci sono altre tematiche importanti da affrontare per il nuovo cancelliere, dall’immigrazione alla crisi dell’industria cui si lega la revisione del Green Deal. Sarà importante anche vedere che posizione prenderanno rispetto al nuovo Governo i sindacati, in particolare Ver.di, i cui scioperi qualche mese fa hanno creato non pochi problemi negli aeroporti e in alcuni servizi pubblici.

Il piano di investimenti nella difesa andrà avanti?

Merz ne è certo, anche grazie alla situazione dei conti pubblici tedeschi. C’è da chiedersi se non sarebbe meglio dedicare tutte quelle risorse a una seria politica di reindustrializzazione. Vero è che il riarmo smuove l’industria, ma i risultati sul piano dell’economia civile non sono certo gli stessi, soprattutto vista la situazione dell’automotive che è così importante per la Germania.

Tra le prime visite che Merz ha in programma in veste di nuovo cancelliere c’è quella in Francia. Berlino non rinuncia all’asse con Parigi?

Penso che Merz cerchi un appoggio del vecchio classico sistema di potere europeo francese. Ritengo che Macron lo appoggerà in pieno, ma stiamo parlando di un presidente che non è certo forte nel suo Paese.

Rispetto alla volontà di rinsaldare i rapporti con la Francia, che è un Paese militarmente forte, una Germania che aumenta il suo potenziale bellico non rappresenta un controsenso?

In effetti, quello che conta è la deterrenza nucleare. Quindi, riamarsi e non avere, a differenza dei francesi, l’atomica ha poco senso. Per questo sarebbe meglio che la Germania si dedicasse a progetti industriali.

Nel Governo ci sono molti nuovi nomi, ma non cambia il ministro della Difesa Pistorius. Merz ha anche lasciato alla Spd due caselle importanti come il ministero delle Finanze e quello dell’Ambiente. Cosa pensa di queste scelte?

Mi sembrano equilibrate. Penso sia stata una buona idea lasciare il ministero dell’Ambiente alla Spd, perché rispetto a Cdu-Csu ha rapporti migliori coi Verdi. Sarà comunque interessante vedere, al di là di Pistorius, come si comporteranno questi nomi nuovi, compreso Merz, che in passato non è mai stato nemmeno responsabile di un ministero.

Questa situazione politica tedesca può sfavorire la von der Leyen, che magari sperava in un cancelliere più forte?

Penso che la von der Leyen ben esprima quel bozzolo autonomo che la tecnocrazia Ue ha creato intorno a sé e ormai risponde solo alla Commissione stessa. In quel grande gioco di scacchi che è il sistema di potere Ue, ormai lei è abbastanza indipendente da ciò che capita in Germania o negli altri singoli Paesi.

Viste le dichiarazioni di Merz sugli Usa, cosa dobbiamo aspettarci nei rapporti tra Germania e Cina?

I cinesi stanno a guardare come un gatto sornione gli europei che vanno verso un lento declino. Non vogliono, però, che i tedeschi si ritirino dall’industria cinese, consapevoli del fatto che l’arrivo del capitalismo teutonico ha contribuito in larga misura al miracolo economico cinese. A Pechino faranno di tutto perché i rapporti con la Germania restino solidi. D’altro canto a Berlino, ora che sui rapporti con Mosca pesano le nubi della guerra in Ucraina, vedono nella Cina un partner fondamentale.

Cosa dobbiamo aspettarci, invece, dai rapporti tra Germania e Italia?

L’Italia ha buon rapporto con la Germania, garantito soprattutto dalla sua industria, e bisognerebbe rafforzarlo ancora di più. Penso occorra seguire i tedeschi anche in Cina: se Pechino va combattuta politicamente, va invece seguita economicamente.

Non sarà facile con Trump…

Sarà difficile, ma, nonostante Trump, la diplomazia può ancora fare la differenza. E il nostro Paese ha una buona tradizione e uomini validi in questo campo.

(Lorenzo Torrisi)

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Tags: Friedrich MerzUrsula Von Der LeyenAngela MerkelDonald TrumpEmmanuel Macron

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