L'atteggiamento sbagliato del Governo Netanyahu attira critiche su Israele e rischia anche di portare l'Ue verso l'anti-semitismo
L’errore forse più grave compiuto durante la Seconda guerra mondiale fu il bombardamento alleato dell’Abbazia di Montecassino. Combattere tra quelle rovine fu terribile, l’ostinata resistenza tedesca bloccò il fronte per un tempo interminabile e costò un’enorme perdita di vite umane.
Venendo ai nostri tempi, la risposta del Governo israeliano di estrema destra fondamentalista è stata altrettanto errata. È pur vero che l’attacco genocidiario degli assassini di Hamas è stato uno choc che lascia ancor oggi sbigottiti e fa tremare anche la fede più fervida.
Ma a una crudeltà verticale e ontologica – come dimostrarono e dimostrano i festeggiamenti per gli assassini che si scatenarono in occasione della liberazione degli ostaggi da parte di folle consenzienti con le atrocità più orribili – si doveva rispondere con la freddezza superiore che Israele ha sempre saputo esprimere nei momenti più difficili della sua storia. Che inizia con le prime guerre arabo-musulmane di annientamento scatenatesi il giorno stesso della sua proclamazione come Stato da parte delle Nazioni Unite.
Questa intelligenza strategica è stata sostituita da una sorta di accanimento che ha sottovalutato e sottovaluta continuamente la crudeltà ontologica – appunto – di un avversario che non esita a farsi scudo degli ammalati, dei sofferenti, degli emarginati e dei bambini.
Il tutto in un mondo delle relazioni internazionali profondamente trasformato dalle tecnologie del mondo virtuale e dalla caduta degli studi e del pensiero collettivo orientato da élite in grado di governare un processo di costruzione del giudizio sugli eventi.
Un segmento della woke culture e della racial culture fa dell’anticolonialismo uno strumento di scardinamento di qualsivoglia pensiero storicizzante e antropologicamente indipendente. E questa cultura antropologicamente intesa si va ogni giorno trasformando in un antisemitismo di massa e di governo dove il fondamentalismo dei coloni di estrema destra si scambia per l’orientamento di tutta l’opinione pubblica e della cultura che in Israele vede… ciò che Israele è ed è stato: un’isola di civilizzazione democratica oggi certo in crisi profonda, ma che ogni giorno dimostra, con gli eroi che protestano contro il Governo tutto di Netanyahu, di continuare a esistere.
L’Ue si è posta e si sta ponendo con sempre maggiore sciagurata inconsapevolezza sull’orlo di un baratro di antisemitismo gestito da nazioni unite da trattati invece che da quella cultura che fu all’origine del disegno europeo dopo la Seconda guerra mondiale e la Shoah.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.