I venti di guerra sono fortissimi in Francia e la ventola è il macronismo, che è in caduta libera e tenta disperatamente di recuperare nella propaganda sui problemi internazionali il terreno che giorno dopo giorno perde in politica interna.
L’infaticabile Bayrou tiene insieme i cocci di un Governo sfilacciato, ma che continua a operare grazie allo strenuo lavoro di un espertissimo e coraggiosissimo personaggio che ridona in questi giorni tremendi tutto il significato storico alla tradizione democratico-cristiana francese.
Purtroppo la stessa cosa non può dirsi in politica estera. Al gollismo non si è sostituito nulla di significativamente importante, come del resto dimostra ogni giorno il decadimento dell’impero francese in Africa e, in primis, nel Grande Medio Oriente.
Le perdite del Libano e della Siria segnano la fine della presenza europea in quelle aree centrali del mondo. E senza la Francia l’Europa politica non esiste.
La Russia sarà con la Turchia il grumo di nuovi interlocutori con cui si dovrà fare i conti nel confronto cinese-nordamericano, che darà proprio a questo grumo un potere di interdizione e di manovra insieme che lascerà il mondo interdetto, perché disvelerà tutta la debolezza nordamericana, oggi costretta a impegnarsi su troppi fronti contemporaneamente, come dimostrano i deliri di Trump.
Di questo la responsabilità più grande risiede nel fanatismo dei mandarini dell’Ue. Essi vogliono comminare sanzioni alla Russia che sconvolgeranno il mercato mondiale dei capitali, impegnare le giovani generazioni in un un nuovo servizio militare di leva che non si sa dove possa mai avere una sua base culturale e, soprattutto, si illudono di costruire in men che non si dica un’industria militare nuova di zecca che macina non più fossili, ma energia eolica ed elettrica con aerei che saranno come deltaplani e bombe a guisa di palloncini.
E che dire della Polonia spaccata in due come una mela, ma dove i Tusk comandano a soffiare i venti di guerra con ministri europei baltici ai quali non par vero di giocare alla guerra come una grande potenza?
Dimenticavo. Il tutto dovrebbe fondarsi in Francia e altrove sulla dilapidazione dei contributi pensionistici per far fabbriche di munizioni e armamenti pesanti. E il tutto più presto che mai. Sembra un sogno e invece è un incubo.
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