Mentre Donald Trump continua a dileggiare l’UE accusandola di sfruttare la benevolenza USA nel fornire al continente il suo ombrello difensivo, quello che più colpisce è proprio il balbettio dell’Europa, che da anni oramai è una bella addormentata. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco infatti è ormai chiaro a tutti che la posta in gioco nell’immediato futuro sarà la tenuta dell’UE a 27, già sottoposta a tensioni interne e debolezza economica. Dopo i guai energetici indotti dalle fallimentari politiche green e l’inadeguatezza strutturale della BCE, la guerra in Ucraina potrebbe distruggere anche l’architettura di sicurezza europea.
Ma non basta: le pressioni internazionali, anche al netto dei bluff e delle estremizzazioni a fini negoziali, aumenteranno con l’amministrazione Trump. In questo clima la Commissione europea proporrà di esentare le spese per la difesa dai vincoli di bilancio europeo. Lo ha annunciato Ursula von der Leyen. La presidente ha affermato che la decisione riproporrebbe le motivazioni addotte per le politiche anti-Covid. Questo per accondiscendere l’amministrazione Trump, che sta chiedendo a gran voce che i Paesi NATO portino al 5% del Pil le spese militari, per rispondere alla minaccia russa, consentendo agli USA di concentrarsi nello scacchiere indo-pacifico contro la minaccia cinese.
Secondo la presidente le spese in eccesso saranno controllate e condizionate, dato che le regole del Patto di stabilità sono state riviste solo lo scorso anno, per proteggere l’euro ed evitare un eccessivo indebitamento degli Stati. Queste prevedono un limite annuo di spesa per i governi in vista di una diminuzione del debito pubblico nei prossimi 4-7 anni. Va da sé che l’Italia, che è tra gli Stati più indebitati, avrà anche la minore capacità di spesa per adeguare la risposta difensiva. Cioè a dire che mentre Francia e Germania faranno ciò che credono, noi ci dovremo arrangiare.
La clausola di salvaguardia annuale sarebbe attivata in previsione di un potenziale attacco, sarebbe giustificata dalle circostanze eccezionali fuori dalla responsabilità dello Stato e prorogabile di anno in anno. “Non se ne può fare a meno”, continua ancora von der Leyen. “Ci sono chiari tentativi da parte di alcuni di creare sfere di influenza”, “l’Europa deve essere intelligente in questi tempi, rispondere alle sfide dei nostri confini e della nostra sicurezza”.
Non è chiaro cosa accadrebbe in caso di pace tra Ucraina e Russia, avallata dagli USA. Ursula non lo dice. Inoltre una norma di questo genere sarebbe economicamente controversa: la UE concede gli sforamenti di bilancio per implementare infrastrutture produttive con “debito buono” e con un adeguato moltiplicatore keynesiano; come si metterebbe con cannoni, carri armati e navi, che anche se messi a bilancio avrebbero un misero moltiplicatore, non produrrebbero ricchezza e, probabilmente, non servirebbero a nulla per tutta la loro vita operativa? La Commissione dovrebbe ricorrere ad accordi con i governi per l’attivazione della clausola. E i mercati come reagirebbero?
“Attivando la clausola di salvaguardia generale per aumentare la spesa per la difesa, la Commissione sta giocando con il fuoco”, ha dichiarato il deputato tedesco Markus Ferber. “Molti Stati membri sono già molto indebitati e alla fine i mercati si chiederanno solo se i debiti possono essere ripagati, non se sono stati usati per finanziare carri armati o spese sociali”. I nostri rappresentanti hanno preso molto bene l’annuncio della Commissione in vista di ulteriori finanziamenti. Ma cosa ne dicono tedeschi e olandesi? Ferber ha inoltre dichiarato: “Se la Commissione attiva la clausola di salvaguardia, l’esenzione deve essere specifica e limitata. Altrimenti saremo sorpresi da ciò che gli Stati membri inizieranno a etichettare come spesa per la difesa”.
Questo apre un altro fronte di discussione: per quali spese attivare la clausola di salvaguardia? Solo armi e munizioni propriamente dette o anche pezzi di apparato industrial-militare e strutture difensive come rifugi antiaerei per i civili e ospedali da campo? Qualche giorno fa è apparsa sulla stampa la notizia che strade e ponti europei non sarebbero adeguati al transito di carri armati ed in genere alle esigenze della logistica di guerra. Si potranno inserire nella clausola di salvaguardia?
Anche se la reazione dell’Europa e ancora una bozza, questa ci deve essere. Perché è chiaro che siamo al momento di capire se al tavolo della geopolitica mondiale l’Europa sarà un commensale o una portata del menù.
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