È sempre stato stupefacente osservare come tessuti cerebrali riuscissero a dare origine alla coscienza, in altre parole come una cosa materiale potesse produrre qualcosa di immateriale. Il problema della definizione della capacità senziente è per molti il più difficile da affrontare di tutta la storia naturale. Per l’autrice di Senzienti esiste una definizione semplice: «Questa capacità descrive la possibilità di percepire il mondo che abbiamo intorno. Si tratta della sensibilità da cui derivano le nostre esperienze, come vedere le pagine bianche di un libro, rilevarne il peso tra l nostre mani e udirne il fruscio quando le giriamo. Ed è il fondamento su cui risplende il miraggio della coscienza. Scienziati e filosofi discutono da sempre della possibilità che gli animali abbiano una vera e propria consapevolezza ma, di solito, tendono ad attribuire loro una versione semplificata della capacità senziente. Questo libro è una riflessione sul fatto che ciascun essere senziente con cui condividiamo il pianeta ci offre una interpretazione diversa del nostro modo di percepire e, perfino, di comprendere il mondo, nonché di cosa significa essere umani».
Gli animali presentati in questo libro si fanno notare in quanto esemplificano alla perfezione uno o più sensi. È così che veniamo guidati attraverso i seguenti capitoli: 1. La canocchia pavone e il nostro senso del colore 2. Il pesce fantasma dagli occhi telescopici e il nostro senso della vista notturna 3. L’allocco di Lapponia e il nostro senso dell’udito 4. La talpa dal muso stellato e il nostro senso del tatto 5. Il vampiro comune e il nostro senso del piacere e del dolore 6. Il pesce gatto gigante e il nostro senso del gusto 7. Il bloodhound e il nostro senso dell’olfatto 8. La pavonia maggiore e il nostro senso del desiderio 9. Il ghepardo e il nostro senso dell’equilibrio 10. Il ragno Cyclosa e il nostro senso del tempo 11. La pittima minore e il nostro senso dell’orientamento 12. Il polpo comune e il nostro senso del corpo.
Come postfazione l’improbabile ornitorinco dal becco elettrico. Come si deduce facilmente, i cinque sensi descritti da Aristotele nel 350 a.C. – a cui siamo abituati a riferirci sino ad oggi – sono messi in discussione dalla scienza moderna. «Gli esperti non concordano sul numero complessivo perché non c’è neppure un accordo sulla definizione di “senso”. Questa infatti si modifica via via che gli scienziati scoprono qualcosa di nuovo su ciò che sta dietro i diversi sistemi sensoriali. Per qualcuno è assurdo perfino cercare di differenziare i sensi, dal momento che la percezione consiste nell’integrare tutte le informazioni che da loro derivano ed è quindi essenziale un’esperienza multisensoriale.
La questione è resa ancora più confusa dal fatto che nel linguaggio quotidiano tendiamo a parlare di “sensazioni” anche riferendoci al senso di colpa o di perdita, oppure al senso di giustizia o alla sensazione di amore, per finire con il senso musicale o artistico. Mentre il dibattito prosegue, nessuno ormai nega più che i nostri occhi, le orecchie, la pelle, la lingua e il naso ci permettono di vedere, udire, toccare, gustare, annusare in più modi. E tutti ammettono che Aristotele non sia riuscito ad identificare molti sensi che, instancabilmente, operano al di fuori della nostra consapevolezza.
Da allora la scienza ha dimostrato che la vista, per esempio, non rileva soltanto lo spazio ma anche il tempo. Qualcuno sospetta che sia fondamentale per orientarsi, un po’ come fosse una bussola. L’orecchio interno è la sede dell’udito, ma anche dell’equilibrio e ci aiuta a stare in piedi. La nostra lingua sente gli odori mentre il naso percepisce i sapori e non è nemmeno l’unico a farlo. Il naso tra l’altro può cogliere nell’aria messaggi che non hanno alcun odore. Nei nostri muscoli esiste una singolare variante del tatto, grazie alla quale il corpo riesce a capire dove si trova e noi possiamo compiere spontaneamente movimenti coordinati senza pensarci. «Un’altra variante tattile potrebbe contribuire a farci cogliere il profondo senso di noi stessi. […] È dunque giunto il momento di aprirci usando gli occhi e le orecchie, ma anche la pelle, la lingua, il naso e tutti gli altri sensi per cogliere il miracolo quotidiano della capacità senziente».
Jackie Higgins
Senzienti
Quello che gli animali ci rivelano di noi stessi
Longanesi & C. 2025
Pagine 368 euro 24
Recensione di Rernzo Gorla