Il punto di partenza era una statistica: in Italia l’incidenza della sclerosi laterale amiotrofica è più alto tra i calciatori che nel resto della popolazione. Ora una ricerca dell’Istituto Mario Negri di Milano spiega perché. «Abbiamo scoperto che l’aver subito tre o più traumi di una certa importanza triplica il rischio dell’insorgere della malattia», spiega ad Adnkronos Ettore Bechi, del laboratorio Malattie Neurologiche del Dipartimento Neuroscienze del Mario Negri.
In Italia ci sono circa quattromila malati di Sla. Lo studio, durato tre anni, ha coinvolto 377 pazienti, con risultato chiari: «Analisi multivariate hanno dimostrato un’associazione tra l’evento ‘trauma’ e la patologia, documentando un rischio relativo di 1,51. I dati raccolti consentono, così, di attribuire inequivocabilmente all’evento trauma un ruolo di fattore di rischio per la Sla».
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L’intuizione è stata sottoposta a numerose verifiche: «I risultati ottenuti – spiegano dal Mario Negri – mostrano un andamento lineare: all’aumentare del numero di traumi aumenta anche il rischio di malattia. Lo stesso risultato è stato ottenuto limitando l’analisi ai traumi avvenuti 5 anni prima l’esordio della patologia escludendo così eventi forse occorsi in epoche successive all’inizio dei sintomi. Non sembra invece esserci alcuna correlazione tra il sito di insorgenza della malattia e la sede dei traumi».
Altra scoperta di rilievo è il ruolo della caffeina nel ridurre il rischio di insorgenza della malattia: «Alcune variabili da noi considerate solo come confonditori – ha spiegato ancora Bechi all’agenzia di stampa – hanno assunto un ruolo interessante. Il caffè, ad esempio, è risultato quale fattore protettivo in tutte le analisi. Abbiamo infatti scoperto un consumo minore di caffè tra i malati. D’altronde recenti studi sul Parkinson, malattia neurodegenerativa come la Sla, ha confermato l’azione benefica della caffeina in questo tipo di patologie».