L’uomo sarebbe in grado di simulare l’innocenza, ingannando così tutte le macchine della verità. Lo rivela un recente studio promosso dalle Università di Cambridge, Kent e Magdeburg
L’uomo sarebbe in grado di simulare l’innocenza, ingannando così tutte le cosiddette macchine della verità. Lo rivela un recente studio promosso dalle Università di Cambridge, Kent e Magdeburg, secondo cui una persona colpevole di aver commesso un reato sarebbe in grado volontariamente di “spegnere” la propria memoria e apparire assolutamente innocente, anche sotto i controlli delle apparecchiature più sofisticate.
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Tra queste c’è per esempio la “No Lie MRI”, una macchina della verità che secondo la compagnia produttrice sarebbe in grado di garantire una precisione del 90%, anche se il mondo scientifico appare diviso a riguardo. Si tratta di un vero e proprio macchinario per la risonanza magnetica, dove i segnali ottenuti dallo scanner sono visualizzati su uno schermo su cui vengono evidenziate le regioni cerebrali attive.
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A seconda delle regioni più attive, si ritiene sia possibile determinare se un soggetto stia dicendo la verità o meno. Durante la ricerca in questione, pubblicata dalla rivista Biological Psichiatry e il cui test è stato utilizzato anche da diverse agenzie di intelligence, gli studiosi hanno osservato un campione di volontari che sono stati spinti a compiere finti crimini e a cercare di sopprimere successivamente il ricordo.
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Il risultato è stato che, alla vista di un dettaglio riconducibile all’episodio criminoso, alcuni di loro sono stati in grado di comandare le proprie reazioni del cervello, impedendo all’area cerebrale che ricordava l’evento di attivarsi. “Non tutti ci sono riusciti – ai legge nell’articolo – ma lo studio comunque mette in luce il fatto che anche chi appare innocente in questi test potrebbe in realtà non esserlo”.