Quando si parla di smart city, il pensiero corre subito a modelli avveniristici come quello di Mazdar, la città iper-eco-sostenibile, progettata da Foster, che sorgerà nel deserto arabo nel 2020; l’impressione è quindi quella di un’idea per creativi, una visione lontana dalla realtà concreta, dettata più dal gusto del nuovo e dello stupefacente più che da bisogni reali. Se però si guardano i primi risultati di alcune politiche di incentivazione dell’innovazione, ad esempio in campo energetico, si nota che le soluzioni smart sono anche vantaggiose sul piano economico e ambientale.
Basta considerare il caso dell’efficienza energetica, applicata all’edilizia residenziale; come si può osservare analizzando da vicino i dati del terzo “Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica”, presentato nei giorni scorsi presso la Confindustria e predisposto dall’Enea analizzando i risparmi energetici conseguiti in seguito all’applicazione del Piano di Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE) e della Strategia Energetica Nazionale (SEN). Scorrendo le cifre, le tabelle e i grafici del rapporto, risulta che nel residenziale è stato raggiunto il 75% degli obiettivi del PAEE, grazie alla proroga delle detrazioni fiscali del 55%, che hanno dato luogo soprattutto a interventi di recupero e riqualificazione degli edifici, che hanno riguardato oltre il 65% degli investimenti, per un risparmio di circa 9.000 GWh/anno. L’Enea, che è l’organismo deputato a ricevere le richieste di detrazione fiscale (ex 55%, ora 65%), dal 2007 al 2012 ha ricevuto complessivamente 1.500.000 pratiche. Il settore dell’edilizia ha subito una radicale trasformazione grazie alle nuove tecnologie per l’efficienza energetica, come le caldaie a condensazione, e ai nuovi materiali ad alte prestazioni, come quelli per l’involucro edilizio. Questo settore, tra l’altro, sta diventando per il nostro Paese un volano per l’economia e per l’occupazione, con la creazione di nuove professionalità opportunamente formate e dei “green job”.
Quando si parla di efficienza energetica ci si riferisce a un preciso parametro che esprime il rapporto tra quanto ottenuto in termini di prodotti/servizi e l’energia impiegata allo scopo: minore è l’energia impiegata, maggiore è l’efficienza del processo che porta a un determinato prodotto/servizio. Va senz’altro richiamato il fatto che un’elevata efficienza – e il conseguente risparmio energetico – dipendono in gran parte dai comportamenti più consapevoli e responsabili degli utenti finali, cioè di tutti noi; ma è altresì chiaro che possono essere più facilmente conseguiti mediante adeguate tecnologie, componenti e sistemi più o meno complessi. Ecco allora le soluzioni come la coibentazione di pareti verticali, tetto e solai di un immobile, che permette di utilizzare meno energia termica e frigorifera per raggiungere e mantenere una temperatura confortevole nell’edificio.
Oppure l’installazione di lampade fluorescenti, che riduce la quantità di energia necessaria per raggiungere lo stesso livello di illuminazione rispetto all’utilizzo di tradizionali lampadine a incandescenza: le lampade fluorescenti compatte usano un terzo dell’energia e possono durare da 6 a 10 volte più a lungo di lampade incandescenti. E poi c’è la grande opportunità dei LED, che oltre alla immediata riduzione energetica, apre una serie smisurata di possibilità derivanti dalla connessione tra il sistema di illuminazione e le reti informatiche: ci sono già oggi soluzioni di illuminazione che possono essere collegati in modalità wireless e comunicare con le persone che le utilizzano, rendendo le loro esperienze più coinvolgenti; ci sono sistemi di illuminazione domestica a LED controllabili direttamente da smartphone o tablet, per creare e gestire la luce personalizzando ogni ambiente della casa; in città nella vita cittadina, le luci possono combinarsi con dati utili, come flussi di traffico e previsioni del tempo, in modo da essere adattate di conseguenza; e così via.
Qui siamo in pieno tema “smart city”: se inseriamo la gestione intelligente dell’illuminazione nel nuovo paradigma della generazione distribuita dell’energia, ecco che il quadro assume contorni molto interessanti. La generazione distribuita apre la strada alla diversificazione dei vettori energetici e all’impiego intelligente delle fonti di energia rinnovabile che proprio per la loro caratteristica di fonti diffuse rispondono alle esigenze dei sistemi di generazione di piccole-medie dimensioni e favoriscono la realizzazione delle micro-reti di trasmissione. In questo paradigma trovano efficace collocazione gli Smart Metering, cioè quei sistema di controllo basati su reti di sensori per il monitoraggio in tempo reale dei consumi di luce, gas e acqua; grazie alla possibilità di interfacciarsi con le tecnologie informatiche, essi consentono di intervenire sugli impianti regolando lo scambio sia di energia sia di informazioni e adeguando il funzionamento degli impianti alle mutevoli esigenze.
Come pure trovano posto le Smart Grid, cioè le reti elettriche in grado di integrare in modo “intelligente” le azioni di tutti gli utenti connessi, distribuendo energia non solo dai produttori ai consumatori ma anche in senso opposto, portando alla ribalta la nuova figura del “prosumer”, neologismo che fonde consumer e producer. Su questi scenari, il Rapporto presentato dall’Enea offre risultati incoraggianti: complessivamente, l’applicazione delle misure previste dal PAEE ha consentito nel 2012 un risparmio energetico di circa 75.000 GWh/anno, 30% in più rispetto al 2011, raggiungendo il 60% dell’obiettivo fissato dal PAEE per il 2016. Otre al residenziale, un settore che ha molto contribuito a questo risultato, soprattutto negli ultimi anni, è stato l’industria: i due settori insieme rappresentano l’80% del risparmio totale conseguito. È l’indicazione di una direzione verso cui incamminarsi più speditamente.