Siamo nel sito espositivo di Expo Milano 2015, nel Cardo Sud-Est, all’interno di Padiglione Italia: qui, in un’area di 900 mq, su due livelli, sta sorgendo ‘Fab Food. La Fabbrica del Gusto Italiano’; la mostra voluta da Confindustria, progettata e prodotta dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, per illustrare con attrazioni multimediali in dieci sale la filiera agroalimentare, dal seme al piatto. La mostra resterà aperta per tutto il periodo dell’esposizione universale e accoglierà fino a mille persone l’ora al in visite della durata prevista di circa 20 minuti. Noi però possiamo già compiere la prima visita guidata, virtuale ma realistica, seguendo il racconto che ne ha fatto la project manager Barbara Soresina durante la presentazione ufficiale alla presenza del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e del Commissario Generale per Padiglione Italia Diana Bracco.
Il cibo è prima di tutto emozione; il percorso inizia quindi dai sensi e la prima tappa è di puro coinvolgimento emotivo: niente interattività, basta solo guardare, per rendere onore al “bello” del cibo italiano. Undici piatti animati, caratteristici del nostro Paese, sono immersi in suoni della convivialità tipicamente italiana, mentre alle pareti sono proiettate immagini di alimenti appetitosi. Il visitatore è così pronto per iniziare un’esperienza personale e unica, innescata dalla domanda: ‘Qual è il cibo dei tuoi desideri?’ Potrà allora scegliere dal ‘Juke-box dei desideri’, in perfetto stile Las Vegas, il suo preferito selezionandolo tra una trentina di piatti nostrani: ne uscirà con un adesivo indicante il piatto prescelto, che utilizzerà alla fine della visita. Durante la salita al primo piano c’è spazio per riflettere, sollecitati da una pioggia di domande quali: ‘Il cibo è sano? È sicuro? Ce n’è per tutti? È sostenibile?’;uno stimolo a considerare come le nostre scelte ed esigenze individuali influenzino quelle degli altri. Ed eccoci al cuore della mostra: la giostra ‘Nutrire il pianeta’.
La scenografia è sempre da Luna Park ma le questioni poste sono tutt’altro che divertenti. Il visitatore viene sfidato ad affrontare le problematiche e le possibili soluzioni legate al tema proprio di Expo per sfamare nel 2050 nove miliardi di persone. Al centro della sala si erge un grande pianeta Terra in disequilibrio; e l’interrogativo è spontaneo: quale può essere il contributo del singolo all’equilibrio del pianeta e alla sua sostenibilità? Un compito da affrontare, dicono i curatori, cercando l’equilibrio tra azioni e risorse, operando tutti insieme: l’intera filiera agroalimentare, con istituzioni, industria, università, scuola, consumatori e distribuzione moderna, con la consapevolezza che l’obiettivo non può essere raggiunto senza il determinante contributo di scienza e tecnologia.
Addentrandosi nel mondo della produzione, si può accedere alla giostra dell’efficienza, che spiega come produrre di più, utilizzando le giuste risorse, con meno sprechi, garantendo sicurezza e prezzi accessibili.
Si potrà capirlo meglio ‘giocando’ a fare l’agricoltore/allevatore e prendendosi cura di piante o animali. Subito dopo un’altra giostra, ‘Obiettivo sicurezza’, ci fa simulare la guida di un muletto all’interno di una fabbrica e ci invita a riordinare nella giusta sequenza le fasi di lavorazione, trasformazione, conservazione, imballaggio di prodotti. Solo se sapremo ricostruire correttamente la filiera, otterremo il bollino di sicurezza: qualcosa che il sistema agroalimentare italiano, in gran parte, garantisce al consumatore attraverso il rispetto di norme specifiche e di controlli ad hoc. Ora però è il momento di riflettere sugli stili di vita; per questo niente di meglio degli specchi deformanti. Prima però, altri specchi ci ricordano come le innovazioni in campo alimentare e medico, specialmente nell’ultimo secolo, abbiano migliorato le condizioni di salute degli italiani: raccontando come è cambiato il nostro fisico, fino ad arrivare a interrogarsi sui possibili scenari futuri.
Che la salute dipenda anche dalle nostre scelte alimentari è abbastanza evidente ma una ripassata non guasta: ecco allora 28 monitor dove le realtà associative riunite da Confindustria per realizzare la mostra, illustrano le loro ‘Ricette di innovazione’, spiegando le conquiste più significative con cui il sistema agroalimentare italiano risponde alle sfide presenti e future dell’alimentazione. Resta solo il passo conclusivo; che, ancora una volta ha un tocco personale. Si tratta di dare il proprio contributo per rimettere ‘in equilibrio’ il Pianeta: e ciascuno lo può fare, per ora simbolicamente, attaccando l’adesivo ricevuto nella sala dei juke boxe su una grande bilancia che rappresenta la parola chiave di tutto il percorso: equilibrio.