Studi di questo tipo si tengono ormai da anni. L’ultimo in ordine di tempo è stato pubblicato sul British Journal of Psychiatry Open a cura dell’University College di Londra insieme all’Università di Derby e l’Università di Barcellona. Alcune persone sofferenti di ansia e depressione hanno indossato cuffie e occhiali speciali con schermo per mezzo dei quali hanno potuto visualizzare una immagine di se stessi, come guardandosi allo specchio. Le persone che hanno effettuato il test, una quarantina, erano tutte donne. Gli avatar utilizzati erano di due tipi: uno della stessa età del soggetto e un altro da bambini. In questo modo il paziente ha potuto osservare se stesso con tutte le sue problematiche ad esempio la scarsa autostima, imparando ad accettarsi per quello che si è. L’avatar bambino era quello di un bambino che piange; il paziente cercava di consolarlo mentre succedeva anche che il soggetto assumeva le caratteristiche del bambino che osservava la scena. I risultati positivi si sono avuti proprio con il bambino virtuale: la severità e la pignoleria nei confronti di se stessi sono stati individuati come motivi dietro la depressione. Le conclusioni dell’esperimento possono portare alla creazione di video giochi medici, in quanto la realtà virtuale terapeutica dimostra di essere un’ottimo aiuto alle cure tradizionali.