Alcuni ricercatori canadesi dell’università dell’Alberta hanno sviluppato un modo che ha permesso di misurare la quantità di urina mediamente contenute nelle piscine e nei bagni caldi delle terme, usando 250 esempi tratti da 31 da questi luoghi contenenti acque a scopo ricreativo. Lo studio si è reso necessario per monitorare la qualità delle acque dopo il caso delle Olimpiadi di Rio dello scorso anno, quando le piscine nel corso della notte cambiavano drasticamente colore. L’urina in sé non è dannosa agli esseri umani, ma può diventarlo quando si mescola ai prodotti chimici presenti nelle piscine. Lo studio ha quantificato che in un terzo di una comune piscina olimpionica, cioè 830mila litri d’acqua, sono presenti circa 75 litri di urina. Le persone che si immergono in acqua normalmente producono una varietà di sostanze chimiche attraverso i loro fluidi corporei.Per ottenere questo risultato si è usato un dolcificante artificiale che passando attraverso il nostro corpo è un indicatore ideale di produzione delle urine. Si è così constata la presenza di questo dolcificante superiore fino a 570 volte la normale acqua da rubinetto. I ricercatori hanno quindi usato la concentrazione di questo dolcificante in due piscine per più di tre settimane per stimare i livelli di urina. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Enviromental Science and Thecnology Letters.