Jharkhand e Bihar sono due stati in India famosi per l’estrazione della mica, uno dei minerali meno conosciuti e al tempo stesso più usati quotidianamente. Potete trovare mica, ad esempio, negli elettrodomestici, ma soprattutto nei cosmetici femminili, dal rossetto al fondotinta, perché questo minerale li rende brillanti. Lo splendore di questi prodotti però ha un lato oscuro di cui non siamo a conoscenza e di cui ha parlato la trasmissione “Le Iene” ieri. Per l’India estrarre mica in questi due stati è illegale, quindi ha fermato le concessioni, ma nonostante ciò gli affari proseguono e vanno a gonfie vele. Questo vuol dire che anche i grandi gruppi mondiali lavorano senza permessi nelle miniere. C’è chi ha deciso però di usare un’alternativa, la mica sintetica, che ha gli stessi effetti di quella naturale. Questo è il caso della Lush, una piccola multinazionale con sede nel Regno Unito. L’azienda Merck, invece, afferma che «per molti anni, insieme a numerosi partner, si è fatta promotrice di iniziative e misure per assicurare l’approvvigionamento di mica basato su elevati standard globali, che cerchiamo di applicare anche in contesti locali difficili». La denuncia dalla Reuters Foundation spinse infatti varie imprese che utilizzano mica, fra cui l’Oréal, Chanel, H&M, a correre ai ripari formando un coordinamento “responsabile” denominato Rmi (Responsible Mica Initiative) per individuare e perseguire strategie comuni di contrasto al lavoro minorile. Ma la situazione non è cambiata. Se nel 2009 è stato adottato un regolamento europeo per vietare la sperimentazione dei cosmetici sugli animali e la vendita dei cosmetici contenenti ingredienti testati sugli animali, si può fare lo stesso per la mica. Serve però determinazione da parte della società civile. (agg. di Silvana Palazzo)
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DALLA COSMETICA ALL’ELETTRONICA, MA È EMERGENZA SCHIAVI
La mica, un minerale quasi sconosciuto, è al centro di un servizio de “Le Iene” firmato da Gaetano Pecoraro. L’inviato ha intrapreso un viaggio in India per scoprire la mica, molto usata nella vita di tutti i giorni. È presente ad esempio nei nostri phon, nelle lavatrici, nei ferri da stiro, nelle vernici delle nostre auto e nei dentifrici. Ma si tratta di un minerale fondamentale per rendere brillanti i nostri cosmetici. Pecoraro ha raggiunto la parte nord-orientale dell’India: si è recato nel Jarkhand e nel Bihar, che esportano oltre 125mila tonnellate di mica ogni anno, cioè il 25% dell’intera produzione mondiale. Questi sono due stati poverissimi, quindi le miniere di mica sono uno dei migliori espedienti per la sopravvivenza. Sarebbero almeno 20mila i bambini sotto i 14 anni che lavorano nelle cave, stando alle stime di Terre des Hommes, rete di 11 organizzazioni nazionali impegnate nella difesa dei diritti dei bambini e nella promozione di uno sviluppo equo. Nonostante non ci siano aste per la concessione dei terreni, quindi i giacimenti dovrebbero essere fermi, la mica continua ad essere estratta in quantità industriali per essere spedita nel mondo: in Cina, America ed Europa.
MICA, COS’È E A COSA SERVE
La mica è un minerale friabile di aspetto cristallino che proprio per le sue proprietà luminose, termiche e chimiche è usato nell’industria della cosmetica, ma anche per vernici, elettronica e automobili. Questo materiale è caratterizzato infatti dalla grande resistenza termica e l’alto potere isolante. La mica è anche un buon conduttore di calore ed è anche ampiamente utilizzata nella produzione di energia in tutto il mondo. Molto probabilmente gli antichi già conoscevano le proprietà della mica: le conferme arrivano dalle antiche costruzioni come quella di Teotihuacan, in Messico. In questo sito archeologico sono state scoperte stanze sotterranee i cui soffitti e le pareti erano stati isolati da uno strato intermedio di mica. Si è scoperto poi che il tipo di mica di Teotihuacan è raro. Le principali riserve si trovano anche in Africa e America del Sud. Gli studiosi si sono quindi chiesti come mai per recuperare questo minerale si sono recati da Teotihuacan al Brasile, quindi a migliaia di chilometri di distanza. Perché questo grande sforzo? Tra l’altro è un minerale molto fragile, quindi era difficile trasportarlo.