Quando l’ambiente è il mare un’uscita didattica è indispensabile per capire la bellezza del pianeta su cui viviamo e la necessità di salvaguardarne le caratteristiche. Osservare e descrivere, ma anche conoscere aspetti biologici e contribuire concretamente a un progetto di ripopolamento delle macroalghe Ericaria (ex Cystoseira) amentacea. E costruire materiali da riutilizzare in attività artistiche una volta tornati in aula. La complessità del mondo è veramente una ricchezza per tutti.
In questo contributo racconto un’esperienza di apprendimento realizzata nelle classi terze della scuola primaria.
Gli ambienti, argomento di geografia tipico per la classe, sono «difficili» da studiare, perché richiedono concetti e nozioni di diverse discipline. Ma un’uscita didattica ha aperto a bambini e maestre nuovi orizzonti, ha mostrato come ognuno può contribuire a salvaguardare l’ambiente attraverso attività che coinvolgono gli studenti in prima persona.
L’uscita, a Boccadasse vicino a Genova, è durata una sola giornata, ma è stata accuratamente preparata e realizzata grazie anche all’aiuto di una ceramista, Bianca, e di una biologa, Michela, che ci hanno coinvolti in una iniziativa di «restauro ambientale».
Incontro con l’ambiente e il paesaggio del mare
Insieme abbiamo osservato il mare e i sassi della spiaggia, arrotondati dalle onde.
I bambini sono stati introdotti da Michela a conoscere alcuni elementi della fauna marina: varie tipologie di meduse (Polmone di mare, Cassiopea …) attraverso una chiacchierata sugli scogli di fronte al mare.
In seguito sulla battigia i bambini hanno potuto ammirare una bella quantità di Velella Velella, anche detta Barchetta di san Pietro (vedi immagine). Michela ha spiegato loro che non si tratta di una medusa, anche se potrebbe sembrare, ma di una colonia di microrganismi autotrofi del colore del mare per mimetizzarsi e con una struttura dotata di una vela che ne consente il movimento.
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Valentina Negri
(Docente presso la Scuola Primaria Fondazione Sacro Cuore di Milano)