Partire dall’esperienza rende ancora possibile insegnare matematica in modo significativo e appassionante, valorizzando l’apertura al conoscere dei bambini, le loro capacità cognitive ed affettive, e includendo efficacemente le loro diversità, di qualunque tipo. Proponiamo come esempio di questa consapevolezza il resoconto di un percorso insolito, ma molto efficace, di introduzione a un tema nodale dell’aritmetica, l’incontro con le frazioni. L’apprendimento che ne consegue si dimostra stabile e costruttivo, generando soddisfazione nell’insegnante e negli allievi.
L’origine
L’esperienza didattica di un’insegnante permette di raccogliere nella vita della propria classe occasioni di apprendimento anche non predisposte a tavolino, che si presentano anche in contesti non specifici. Certo, è necessaria apertura e consapevolezza per rendersi conto che la matematica è talmente legata alla realtà, che possono presentarsi in contesti anche lontani da essa questioni che permettono di avviare o sviluppare anche percorsi dedicati poi ai suoi concetti propri.
Nell’esempio che descriviamo, siamo alla scuola primaria, quarta C, lavoro di scienze. Abbiamo a tema i passaggi di stato, e si fanno esperimenti e misurazioni, per studiare come influisce la temperatura nel passaggio dell’acqua dallo stato solido allo stato liquido, e poi dallo stato liquido allo stato gassoso. Già a suo tempo in classe seconda ci si era soffermati ad osservare il fenomeno dell’evaporazione dell’acqua, a partire dall’osservazione del processo di ebollizione.
Quest’anno, per fare questi esperimenti, avevamo deciso di mettere l’acqua in un tronco di una comune bottiglia di plastica da due litri, in modo da poter spostare facilmente il materiale nei vari ambienti: dal congelatore in cui analizzare lo stato solido, all’aula o al bagno per passare allo stato liquido… Dopo l’esperimento del congelatore, il tronco di bottiglia con l’acqua allo stato liquido era stato appoggiato in alto sull’armadio, per evitare che qualcuno potesse urtarla rovesciando l’acqua, come ci era già successo, costringendoci a rifare l’esperimento.
Una prima cosa che ha colpito i bambini è stato osservare che da un giorno all’altro l’acqua nel tronco di bottiglia era visibilmente diminuita, anche se si era certi che nessuno, in questo caso, l’aveva toccata.
Ne è sorta spontaneamente la curiosità dapprima di rendersi conto precisamente di quanto fosse diminuita, in un tempo fissato, per chiedersi poi il come del fenomeno, e in particolare l’influenza del fattore temperatura.
Una strategia per quantificare l’evaporazione è stata individuata nel rilevare in modo regolare il livello del liquido nella bottiglia.
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Clelia Frittoli
Docente di Scuola Primaria presso la Scuola Primaria statale “M.Merisi” dell’IC Mastri Caravaggini di Caravaggio.