Le Iene si sono dedicate ieri al caso delle scommesse illegali nel mondo del calcio, alla luce degli ultimi recenti risvolti che vedono coinvolti una dozzina di calciatori della Serie A, fra cui l’ex Milan Tonali e l’ex Juventus, Fagioli. Il talk di Italia Uno ha parlato con Marco, un ragazzo oscurato in volto e con la voce camuffata, che viene presentato dal programma come uno che “era dentro questo giro”. “Perchè uno dovrebbe giocare su questi siti? Perchè prima di tutto non si deve registrare”, esordisce l’intervistato in merito ai siti di scommesse illegali, dove appunto giocavano Fagioli, Tonali e forse altri dieci calciatori.
I giocatori ovviamente non possono scommettere su nessun evento legato al calcio, ed è per questo che un sito senza richiesta di registrazione ha fatto loro gola. Tutte le transazioni avvenivano in contanti “Mi dicevano di caricargli duemila euro – racconta ancora il contatto – e io appena ce li avevo li caricavo e poi li recuperavo nel giro di 15 giorni o a fine mese, appena arrivava lo stipendio i soldi li avevo”. Marco concedeva un credito mensile di 10.000 euro “Per conto di Tommaso e Patrik”, aggiunge lui, riferendosi a Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera che secondo chi indaga sarebbero gli organizzatori del giro di scommesse con i calciatori. “Li ho conosciuti in una bisca, mi piaceva giocare e anche a loro piaceva, e ci siamo conosciuti lì”.
SCOMMESSE ILLEGALI, MARCO A LE IENE: “C’ERA CHI GESTIVA FINO A 250MILA EURO…”
Il gruppo si sarebbe conosciuto, secondo Le Iene, al Celebrity, una poker room non troppo distante da Milano: “In questo circolo Patrick e Tommaso reclutavano le persone per gestire le scommesse”, aggiunge Corti de Le Iene dopo essersi recato presso il locale incriminato. “Patrick un giorno mi chiede di gestirgli le scommesse”, precisa ancora Marco che poi aggiunge: “Ogni volta che veniva chiuso un sito ne veniva aperto un altro e mi mandavano il link del nuovo sito”, che poi a sua volta distribuiva agli scommettitori.
Ovviamente non era Marco l’unico che lavorava per Patrick e Tommaso: “Avevano un foglio di nomi e ad ogni nome era associato un fido“, ovvero il credito con cui far giocare i clienti “C’erano fidi da 5-10mila ma anche persona fino a 250mila euro. Lo scambio di soldi avveniva in contanti che poi davo a Tommaso e Patrick”, in vari punti come ad esempio una sala slot ad Opera. “Se qualcuno vinceva arrivavano Patrick e Tommaso, mi davano i soldi e venivano pagati, sempre in contanti. Io prendevo il 30 per cento sulle perdite”, aggiunge Marco. “Tu speri che i tuoi amici perdono così ci fai soldi, e poi sai già che quei soldi li giocherai nelle scommesse, è un circolo di ludopatici che butta via un sacco di contanti”.
SCOMMESSE ILLEGALI, MARCO A LE IENE: “SE NON PAGAVI…”
Ma se chi perdeva non ripianava il debito come funzionava? Marco spiega: “Una volta sono andato sotto di qualche migliaia di euro e Tommaso mi ha minacciato che mi avrebbe picchiato, mi han chiesto di intestarmi una carta di credito dove facessero girare i soldi, io son riuscito alla fine a farmeli prestare i soldi e gliel’ho ridati. C’è una persona che faceva da banco che ha tentato il suicidio, si è lanciato da una finestra perchè era dentro il giro”.
Un circolo quindi vizioso: si perde, si continua a giocare soldi che non si hanno e così si creano altri debiti, restando legati agli strozzini fino a che non si riesce a ripagare quanto dovuto. Ovviamente per i calciatori indagati la situazione risultava molto meno pesante avendo grandi disponibilità economiche, ma per un operaio o un lavoratore comunque normale, avere grossi debiti per il gioco rappresenta un problema spesso e volentieri insormontabile.