Si torna sul caso di Daniela Ruggi a Storie Italiane. Le ultima novità riguardano i nuovi accertamenti tecnici disposti dalla Procura su uno dei cellulari della ragazza scomparsa a settembre dalla provincia di Modena. “Dopo 7 mesi nuovo colpo di scena – racconta Alessandro Politi, inviato di Storie Italiane che segue il caso – è spuntato fuori un quarto telefono di Daniela Ruggi, non si capisce bene chi l’avrebbe fornito”.
“Questo ipotetico quarto telefono di cui sappiamo poco perchè le indagini continuano nel silenzio stampa, verrà analizzato per cercare eventuali riscontri su chat, telefonate, per verificare quello che ancora non è emerso. A marzo c’è stata una ulteriore perquisizione presso l’abitazione della famiglia di Daniela Ruggi che ha interessato il fratello Alberto che non fa riferimento a questa indagine relativa ad un’altra ipotesi di reato, e in quel caso sono stati acquisiti telefoni e apparecchi elettronici per svolgere analisi peritale nei prossimi giorni”.
DANIELE RUGGI, COME PROSEGUONO LE INDAGINI
Politi ha aggiunto che le ricerche di routine stanno continuando sempre nell’area della località della scomparsa: “Visto che il terzo telefono di Daniela Ruggi aveva agganciato la cella in questa zona per l’ultima volta, ma a quanto sappiamo senza esiti rilevanti. Quindi le indagini continuano a 360 gradi, ci si augura che la 31enne sia in vita ma più il tempo passa e più questa speranza si affievolisce”.
In collegamento con Storie Italiane vi era anche Deborah De Cicco, l’avvocato di Alberto Ruggi, che ha cercato di fare chiarezza spiegando: “La famiglia non era intenzionata a mettere Daniela in una struttura, Alberto ha sollecitato più volte i servizi sociali per farsi carico di Daniela”.
DANIELE RUGGI, AVVOCATO FRATELLO: “I SERVIZI SOCIALI…”
E ancora: “Quel giorno i servizi sociali si erano presentati ma non per forza per sistemarla in una struttura, noi non sappiamo quali fossero i programmi. Quello che sappiamo è che da quella giornata i servizi sociali avevano deciso di prendersi in carico Daniela Ruggi nella maniera più concreta possibile. Non c’era stata una richiesta di un tutore. I servizi sociali da me contattati all’epoca mi avevano riferito che non vi fossero i presupposti per un tso o un tutore e la famiglia non ha mai ritenuto un disturbo psichiatrico tale da dover comportare il ricovero in una struttura psichiatrica”.
“Quello che si richiedeva ai servizi sociali era prendere in carico la situazione abitativa di Daniela che era degradata ma questo derivava più da un disturbo comportamentale che psichiatrico, soffriva di un disturbo della condotta le cui origini non si conoscono, forse una depressione, forse un lieve deficit cognitivo ma certamente non un disturbo psichiatrico”. Probabilmente Daniela Ruggi ha scoperto cosa stava succedendo e la stessa si è data alla macchia, scomparendo: ma è possibile che non si trovi da tutti questi mesi?