Dove nasce lo scontro tra USA e UE, cosa ha detto Trump e come lo ha seguito Musk: le risposte dall'Europa e il ruolo del Governo Meloni. Gli scenari
MUSK SEGUE TRUMP E ATTACCA L’EUROPA: “SE RESTA COSÌ VERRÀ CANCELLATA”
Sono giorno di forte tensione politica tra USA e UE, e non solo per l’evoluzione del difficilissimo negoziato di pace che gli Stati Uniti faticosamente portano avanti con Russia e Ucraina: le parole scritte da Donald Trump negli obiettivi fondamentali della nuova Strategia di Sicurezza Nazionale americana – pubblicata nel weekend dalla Casa Bianca – vedono la “traduzione” in politica estera della dottrina America First. Ebbene, il monito lanciato verso l’Europa è di quelli imponenti e pesanti politicamente, delineando un futuro di ridotta collaborazione e alleanza, il che può significare molto nel destino della NATO e della difesa europea in generale.
In poche parole secondo Trump, se l’UE persisterà con politiche migratorie fuori controllo, censura della libertà di parola e soppressione delle opposizioni politiche – oltre che crollo della natalità e perdita di identità – ecco che la civiltà europea occidentale è destinata alla cancellazione: «Vogliamo che l’Europa rimanga europea, che ritrovi la fiducia nella propria civiltà e abbandoni l’attenzione fallimentare alla soffocante regolamentazione», scrive la Casa Bianca nel documento che sta facendo discutere ampiamente a Bruxelles, specie nella parte in cui si accenna al declino economico, ultimo campanello d’allarme verso la possibile «cancellazione della civiltà».
Alle parole di Trump, che comunque ribadisce la volontà di tenere un’alleanza strategica e culturale con l’Europa («lo riteniamo vitale») fanno seguito quelle del suo ex alleato e membro del gabinetto, Elon Musk: come ha scritto sul suo X, l’Europa come la intendiamo oggi andrebbe abolita e la sovranità «restituita ai singoli Paesi». In risposta alla maxi multa UE contro il social ex Twitter (per la presunta violazione della legge sui servizi digitali), il patron di Tesla segue la linea della Casa Bianca parlando di un’Europa ostile agli Stati Uniti ma soprattutto «contro i suoi stessi cittadini e la loro libertà di parola e pensiero».
LA “DIFESA” UE E LO “SCOMPIGLIO” DELLA RUSSIA: ECCO COSA STA SUCCEDENDO
Una prima reazione dalla Commissione Europea arriva dopo le parole di Trump, con il portavoce di Ursula Von der Leyen che da Bruxelles sottolinea come sulle regole interne europee decide solo e unicamente l’UE, comprese le norme che «riguardano la nostra autonomia normativa, la tutela della libertà di espressione e l’ordine internazionale fondato sulle regole».
L’alleanza permane ma dai negoziati sull’Ucraina allo scontro su dazi e tasse informatiche il rapporto è sfilacciato e sempre più complesso: in Europa poi sussistono diverse posizioni che vedono in Trump rivendicazioni legittime, e non solo con gli eurocritici Orban e Wilders (rispettivamente in Ungheria e Paesi Bassi). La stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni porta avanti il doppio binario di una sostanziale approvazione delle tesi della Casa Bianca sulla necessità che l’Europa possa innovarsi e crescere, al contempo rafforza l’impegno comunitario di andare oltre il recente passato della Commissione fatto di regole spesso lontane dalla realtà dei cittadini europei.
Ad intervenire però più duramente è il Ministro della Difesa Guido Crosetto il quale traduce il significato della nuova Strategia di Sicurezza USA e lo porta alle estreme conseguenze: già prima di Trump, spiega in un lungo post su X, l’America aveva cominciato un percorso ora divenuto irreversibile nell’allontanarsi dall’Europa, «Trump ha semplicemente esplicitato che l’Ue gli serve poco nella competizione con la Cina». In questo senso l’Europa deve essere pronta a rilanciare sul proprio futuro, guardando a sicurezza, difesa e deterrenza: «dovremo pensarci noi, dato che finora erano state fornite praticamente gratuitamente dai nostri alleati americani».
A rendere ancora più complesso la tensione esistente tra Europa e Stati Uniti l’intervento della Russia di Putin che dall’interno dei negoziati in Ucraina intravede la possibilità di una disgregazione delle alleanze occidentali: «la strategia americana sull’Europa è in linea con quella di Mosca», ‘sibila’ il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, dicendosi soddisfatti che in questo modo anche le trattative di pace sulla guerra in Ucraina potrebbero prendere direzioni vantaggiose per tutti se l’Europa rimane “fuori dalla partita”.
