“Si deve rischiare per le cose che ci interessano veramente”. È una delle frasi iconiche del famoso film Fast and furious. Cosa interessa veramente ai nostri ragazzi?
In queste settimane a scuola stiamo affrontando alcuni atleti del Novecento che con le loro gesta sportive hanno lasciato segni indelebili nella storia politica e sociale mondiale. Per piacevoli coincidenze, i miei alunni hanno anche incontrato una donna che ha dedicato la vita a lottare contro la mafia. Azioni politiche significative, incardinate su motivi forti alla base che hanno permesso a ciascuno di loro di compiere gesti e scelte importanti, esponendosi e rischiando titoli olimpici, la reputazione, il rinnegamento, perfino la vita.
Di fronte a una reazione a questi racconti vicina al freddo glaciale, mi è sorta una domanda circa il nuovo mondo valoriale che i nostri alunni vivono. Di quali valori e significati è composto oggi? Li conoscono? E se sì, quali sono? Desiderano ancora sceglierli? Sono gli stessi nostri? Quanto sono importanti per loro? Noi adulti li incarniamo in un modo che sappia ancora ispirare le nuove generazioni? E anche se li vedessero, chi di loro avrebbe il coraggio di uscire dal guscio del sentirsi uno e solo, impotente e quindi già perdente in partenza di fronte a “cause” così grandi?
Ho la sensazione che il generale appiattimento del pensiero e delle scelte valoriali significative e che costano fatica, che implicano un rischio, stia intiepidendo, se non raffreddando, la temperatura della passione tipica dell’adolescenza. E forse anche di molti adulti? Ho anche percepito un grande senso di isolamento, tanto da non prendere in considerazione l’idea di potersi unire tra loro per non sentirsi soli e spaventati di fronte a “cause” troppo più grandi.
Forse va riconsegnata loro l’idea di gruppo, della possibilità di spalleggiarsi a vicenda, di luoghi in cui far circolare pensieri che possono trasformarsi in azioni; in associazionismo. Non importa se “grandi”, ma consapevoli, scelte, nate da dentro, motivate.
A volte, non nascondo essere frustrante tessere un dialogo con loro circa questi argomenti e faticare a trovare interazioni che superino i monosillabi. Verrebbe da mollare tutto in quanto sembra una lotta contro i mulini a vento. Ma se non siamo noi adulti a mostrare loro da chi siamo stati ispirati a nostra volta, da chi abbiamo imparato e poi scelto (o almeno ci proviamo) quali valori incarnare; se non siamo noi a provare a declinarli in un modo che glieli faccia riconoscere nel loro quotidiano in maniera tale che nel domani possano poterli scegliere a loro volta, se vorranno, chi dovrebbe farlo?
La “causa” sembra irraggiungibile e sconfortante anche per me, ma non a caso la si condivide con un “corpo” docenti, proprio perché è la forza delle scelte di ogni singolo che, unita a quella del gruppo, lascia segni indelebili nella Storia e nelle storie di ogni alunno.
Inneschiamo, ispiriamo.
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