Uno spazio multifunzionale per Milano e tutto il territorio. Un luogo nato per aiutare le nuove generazioni nella loro crescita personale, scolastica, professionale, mettendo a disposizione competenze, postazioni digitali, corner esperienziali, aree per incontri, laboratori per sostenere i ragazzi nelle scelte per il loro futuro formativo e lavorativo. Tutto questo è Join us, la piattaforma proposta da Galdus, ente di formazione professionale, ma con il sostegno di una rete di scuole secondarie di primo e secondo grado, CFP (centri di formazione professionale), imprese e artigiani, educatori, psicologi, coach e professionisti, enti locali, associazioni e realtà del Terzo Settore.
Una struttura che si trova a Milano, in via Pompeo Leoni 1, vicino al parco Ravizza, nata, spiega Diego Montrone, presidente e fondatore di Galdus, per dare agli studenti la possibilità di esplorare tutte le opportunità che il mondo della formazione, e poi del lavoro, può fornire a un ragazzo oggi, permettendogli di scoprire nuove strade per la sua realizzazione personale e professionale. E anche di correggere certe scelte inadeguate quanto al corso di studi da intraprendere.
Perché avete pensato di realizzare Join us, da quale esigenza è nata questa esperienza?
Siamo partiti dal tentativo di rispondere a un bisogno che abbiamo incontrato nella nostra esperienza. Noi vogliamo generare dei percorsi di soddisfazione, oserei quasi dire di felicità, dei ragazzi, spesso preclusi da un sistema di orientamento poco evoluto, che rende anche difficile rimediare a scelte sbagliate, segnato a volte dal pregiudizio nei confronti di alcuni lavori o percorsi professionali. Non è un segreto che il sistema educativo (le famiglie, ma anche i docenti), nel momento in cui deve orientare un ragazzo valido e capace, lo indirizza verso percorsi liceali, spesso interessanti, ma che non sempre aiutano a individuare le aspettative degli studenti e a chiarire loro le idee sul futuro.
Cosa si sbaglia quando si orientano le persone?
L’orientamento dovrebbe dare alle persone gli strumenti per scegliere, mentre a volte indirizzare le persone verso una soluzione precisa senza mostrare tutte le alternative rischia di indurre all’errore, di generare percorsi che non necessariamente sfocino nella dispersione scolastica, ma che non producono quella soddisfazione la cui carenza nei ragazzi è un dato allarmante, anche a livello universitario. Tanti ragazzi che arrivano da noi dopo una scelta sbagliata scoprono che alcuni mestieri che non consideravano, in realtà, sono ricchi di competenze, ricercati dalle aziende e in grado, appunto, di garantire soddisfazioni professionali e umane. Un aspetto importante in un contesto in cui i giovani sono sempre di meno: anche per questo è folle immaginare che non vengano orientati nel modo giusto. Oltretutto, anche per un’azienda è importante avere dei dipendenti che siano contenti di quello che fanno.
Quanto contano ancora certi pregiudizi?
Si pensa ancora che sia meglio stare alla larga da certi lavori, da certe aziende. Join us, infatti, nasce anche per far vedere ai ragazzi che c’è tutto un mondo che non viene considerato, ma che è sorprendentemente positivo. Faccio un esempio: abbiamo organizzato una visita in un’acciaieria, una testimonianza di impresa per mostrare come si lavora in certe aziende. Io stesso, visto il settore, mi aspettavo condizioni difficili dal punto di vista climatico e della pulizia; invece, sembrava di essere in una struttura della NASA: non ho visto in giro un pezzo di ferro o polvere, tutto era automatizzato, computerizzato, un contesto da un certo punto di vista affascinante.
In un’epoca di piattaforme digitali e di meeting via web, perché avete sentito la necessità di un luogo fisico come Join us, punto di incontro tra famiglie, studenti, scuole e aziende?
L’idea non è stata quella di promuovere le iniziative di Galdus. Per questo abbiamo scelto di realizzare un luogo terzo, in cui non prevale la pur comprensibile preoccupazione di riempire i corsi o trovare personale, che fornisca più occasioni di conoscenza di percorsi professionali rispetto a quelli che noi offriamo. Abbiamo preferito un luogo fisico perché, se vogliamo trasmettere la passione di un artigiano piuttosto che di un imprenditore, non c’è bisogno solo di un incontro informativo, ma anche di umanità, anche andando oltre i singoli laboratori e organizzando esperienze direttamente in azienda.
Cosa succede in particolare?
Parlando di camerieri, per esempio, professione che ancora non viene particolarmente qualificata, bisogna invece ricordare che oggi, soprattutto se si va a lavorare nei grandi gruppi, c’è la necessità anche di conoscere due o tre lingue, bisogna sapere di neuroscienze per comprendere i gusti dei clienti, avere la capacità di narrare ciò che viene offerto. Così possono diventare addirittura ambasciatori dei nostri prodotti. Tutti si riempiono la bocca parlando di competenze trasversali o soft skills: sfido a trovare un lavoro che richieda più soft skills del cameriere. Noi vogliamo lavorare su questi temi. Lo facciamo con una rete di scuole pubbliche, ma siamo aperti anche a quelle private.
Come è possibile entrare in contatto con Join us? I genitori, i ragazzi che hanno bisogno di aiuto cosa devono fare?
C’è una struttura permanente a cui rivolgersi, che è anche un locale, dove abbiamo un bar, una cucina, una struttura che può essere usata come luogo di incontri. Abbiamo organizzato, per esempio, una colazione con i presidi che fanno parte della nostra rete, una trentina. Questo luogo diventa un punto di riferimento per un giovane, una famiglia o anche un insegnante che si rende conto che il proprio allievo, pur avendo delle qualità, non è dove dovrebbe stare.
Un punto dove tutte queste sollecitazioni vengono raccolte e messe in un circuito. La maggior parte dell’attività sarà per gruppi, aule che permetteranno di acquisire informazioni ed elementi per orientarsi meglio, incontrando proposte che faranno aprire gli occhi sulla ricchezza della possibilità che il mondo della formazione e del lavoro offre. Chi, invece, deve rimediare a una situazione sbagliata può venire fisicamente nella sede di Join Us a parlare con un nostro operatore o può chiedere un appuntamento. Questo lavoro viene affidato a orientatori esperti, che cercano di capire cosa fare insieme alle persone interessate.
Proponete anche attività come laboratori, workshop, attività di riorientamento, spazi di ascolto?
Tutte queste attività vengono definite poi con la persona interessata in base alle esigenze dei ragazzi. Non sono il servizio principale, anche se lo si fa volentieri e con lo stile che ci contraddistingue, considerando, cioè, che cambiare strada non è un errore, anzi, che l’errore è insistere in una situazione che non è quella giusta. Il grosso del lavoro sarà ogni mattina con un imprenditore, a scuola, un servizio, un contenuto, offerto a tutte le scuole, per lavorare sui pregiudizi che a volte precludono certe scelte.
(Marco Tedesco)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.