Omar era scoraggiato perché la prof di italiano a scuola gli aveva detto che era confuso e faceva un sacco di errori. Ma una soluzione c'era
Omar era arrivato tardi all’appuntamento con Renzo al centro di aiuto allo studio. Era tutto spettinato e in disordine, il che aveva portato l’insegnante a non arrabbiarsi con lui ma a chiedergli che cosa fosse successo.
“Mi ha fermato a scuola l’insegnante di italiano” aveva risposto Omar e alla successiva domanda di spiegazioni aveva aggiunto: “perché doveva dirmi delle cose non proprio belle.”
“Cioè?” aveva chiesto Renzo, dimenticandosi del tutto di quel ritardo.
“In italiano scritto non vado bene, il mio pensiero è sempre confuso, mi ha detto, inoltre faccio tanti errori ortografici.”
“Dai non demoralizzarti, ci possiamo lavorare” aveva allora detto Renzo guardando con tanta tenerezza Omar.
“Mi ha dato dei temi da fare” aveva fatto presente il ragazzo, come a suggerire di partire da lì.
“Un attimo” lo aveva bloccato Renzo “prima di rimetterci a fare dei temi, proviamo a capire dove sta il tuo punto debole. Lascia un attimo perdere gli errori ortografici, per quelli la soluzione c’è ed è guardarli e riguardarli, anche perché in maggioranza sono gli accenti il tuo problema.”
“Sì, me lo ha detto anche lei, non li sento, così come le doppie.”
“Tranquillo, su questo faremo degli esercizi, adesso proviamo a vedere dove sta il tuo problema, cercando di capire perché sei così confuso” aveva ribadito Renzo, inducendo il ragazzo a riflettere.
“Non lo so!” aveva risposto Omar senza aggiungere nulla.
“La prof cosa ti ha detto?” aveva allora domandato Renzo, cercando di smuovere il ragazzo, che sembrava non volerci pensare.
“Che sono confuso, che non si capisce il mio ragionamento!” aveva replicato Omar guardando Renzo con una faccia stupita come se quella domanda fosse del tutto inutile. “Che cosa vuoi che abbia detto la prof? Che sono confuso” aveva poi ribadito.
“Ok vediamo di capire perché sei confuso.”
In modo del tutto disarmato Omar aveva risposto che lui faceva fatica ad ogni titolo che gli veniva dato perché non aveva idee, e quindi si arrabattava qua e là, cercava su internet di nascosto e metteva insieme alla bell’e meglio un testo.
“Non ho idee! Questo è il problema!” aveva sentenziato Omar facendo capire la sua disperazione, come a dire che se non aveva idee tutto finiva lì in una sconfitta sempre preannunciata.
“Ok allora lavoriamoci” aveva invece sentenziato Renzo.
“Se non ho idee come si può fare? Posso solo copiare!” aveva reagito Omar evidenziando che lui si era arreso da tempo.
“Da dove vengono le idee?” aveva allora chiesto Renzo.
“Dal cervello! E io ne ho poco!”
“È qui che ti sbagli. Le idee vengono dall’esperienza, dal rapporto con la realtà. Facciamo così: prendiamo i titoli dei temi che ti dà la prof a scuola e ne parliamo insieme, poi tu scrivi. Ancora prima, proviamo a scrivere delle esperienze che tu hai fatto, come una mattinata a scuola o una gita o una partita di calcio che ti piace tanto. Facciamo un lavoro così e vedrai che imparerai a scrivere, vedrai!”
Omar aveva guardato Renzo con un’aria dubbiosa: non è che ci credesse molto. Ma quando l’insegnante gli aveva chiesto se si fidasse di lui. allora aveva risposto: “sì, tentiamo.”
Così avevano iniziato un lavoro che, passo dopo passo, aveva portato Omar a guardare le cose e i fatti reali, iniziando a descriverli.
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