Era arrivato il giorno tanto temuto, quello del colloquio di maturità. A Luz erano necessari 11 punti per poter essere promossa, una striminzita sufficienza per essere dichiarata matura, per avere il diploma di maturità della scuola professionale di indirizzo socio-sanitario che aveva frequentato. Era un obiettivo alla sua portata, ma Luz aveva tanta paura. Da poco in Italia, non possedeva ancora bene la lingua e tutto il suo studio non aveva avuto i risultati che lei aveva tanto sperato.
Luca, il volontario del centro di aiuto allo studio che l’aveva aiutata in italiano, quella mattina si era presentato a scuola. Luz non se lo aspettava e quando lo aveva visto il cuore aveva battuto a mille per l’emozione.
“Anche lei qui!” aveva detto la ragazza e Luca non aveva risposto, l’aveva abbracciata.
“Non voglio fare l’esame” aveva sussurrato Luz “ho troppa paura! Non riesco!”
Luca l’aveva stretta ancora di più. “Forza!” le aveva detto, “vedrai che riesci, io punto su di te!”
“Io non mi ricordo più nulla, vorrei scappare” aveva controbattuto Luz.
Maria e Isabella che le erano tanto amiche l’avevano rimproverata, “Ma cosa dici?” le avevano detto all’unisono. “Quando sei sotto ti torna in mente tutto!”
“No, no! Non so nulla, questo esame va male!”
“Non pensarci adesso” le aveva allora detto Luca staccandosi dal suo abbraccio “sei qui, lo fai l’esame e poi ne parliamo. Non pensare alla tua paura.”
“Forza Luz” le aveva gridato Isabella avvicinandosi e strattonandola, “forza che ce la fai!”
La ragazza prima di lei aveva finito, era uscita felice, “è andata bene, sono bravi i prof!” aveva commentato e poi era stata subissata di domande dalle sue amiche.
Cinque minuti e poi il nome di Luz era rimbombato nel corridoio. “Vai!” le aveva detto Luca, battendole il cinque.
Così Luz era andata all’attacco del colloquio, una fotografia di due anziani era stato lo spunto da cui partire e lei si era messa a scrivere d’impeto, il tema degli anziani lo aveva preparato bene, un po’ lo aveva sperato ed era uscito.
Dopo alcuni minuti in cui si era fatto lo schema dei collegamenti tra le varie materie Luz aveva cominciato a parlare, prima svolgendo l’argomento della vecchiaia in psicologia e poi trattando in tutti i suoi aspetti l’Alzheimer. Lo aveva fatto tutto d’un fiato, ora arrivava il difficile e lei si era buttata su Senilità di Svevo, complicandosi un po’ la vita, ma trovando nell’insegnante di italiano un aiuto notevole che le aveva fatto tirare un sospiro di sollievo.
In storia aveva poi fatto un collegamento un po’ forzato parlando degli anziani nei campi di sterminio, in realtà aveva parlato dei campi di sterminio e poi vi aveva attaccato il diritto alla vita garantito dalla Costituzione italiana. La commissione d’esame ascoltava, l’aveva lasciata parlare senza metterla in difficoltà. Si vedeva che gli insegnanti volevano trarre da lei il meglio e questo, che si percepiva fisicamente, l’aveva via via tranquillizzata, permettendole di tirare fuori dalla sua preparazione quanto le era servito in quel momento per dare ciò che aveva dentro.
Da ultimo la presidente della commissione le aveva chiesto di raccontare la sua esperienza di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) e Luz aveva raccontato di ciò che aveva fatto nel centro di aiuto allo studio aiutando un ragazzo ad imparare lo spagnolo.
“Che cosa hai imparato da questa esperienza?” le aveva chiesto la presidente della commissione.
“Io non pensavo di poter aiutare un ragazzo, sono io ad aver tanto bisogno di essere aiutata, ma aiutando questo ragazzo ho capito di più che anch’io ho un valore, per questo ringrazio di avere avuto questa possibilità.”
“Una scuola vera!” aveva commentato un insegnante e tutti avevano annuito.
Luz aveva dovuto rispondere ad un’ultima domanda, quella sul suo futuro dopo la maturità. “Non lo so” aveva detto “qualcosa in cui aiutare gli altri, operatore socio-sanitario, infermiera, vedremo”.
Dopodiché era scappata fuori e si era messa a piangere.
“Che schifo!” aveva commentato tra le lacrime.
“Sei stata brava” le aveva detto Luca.
“Ma Senilità… campi di sterminio…” aveva obiettato Luz.
“Tutta la parte di psicologia è andata benissimo, l’Alzheimer lo hai svolto in modo preciso, dai, su, ce l’hai fatta!”
“Sì, ce l’hai fatta!” avevano ribattuto le amiche “e poi hai parlato di te” aveva sottolineato Maria.
“È andata” continuava a commentare Luca “ora vai a riposare!”
Luz si era asciugata le lacrime e finalmente aveva sorriso. “È finita!” aveva detto, “sì sono riuscita a parlare di me e questo è importante per me prima di tutto.”
Quella sera a Luca era arrivato un messaggio whatsapp che diceva: “Buona sera professore Luca. Lo ringrazio molto per quello che ha fatto per me in questo anno e mezzo che lo conosco. Mi è stato di grande aiuto. Mi hai insegnato così tanto su tante cose senza giudicarmi e lo apprezzo molto. Cosa sarebbe stato di me senza il vostro aiuto. Sono fortunata ad averlo come professore.” Il miglior commento a quella giornata così importante per Luz.
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