È un’interessante riflessione sul funzionamento della scuola in un contesto democratico, quello fatto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sulle pagine del Giornale per cercare – al contempo – di mettere la parola fine a diverse polemiche che si sono sollevate nelle ultime ore e che – ad avviso del ministro – “nulla hanno a che fare (..) con la scuola democratica“, esprimendo piuttosto “logiche totalitarie”.
Facendo un passo indietro, infatti, il ministro Valditara ha spiegato che la scuola nei “regimi democratici” è quella che rifugge dalla “verità unilaterale” preferendo presentare “una pluralità di tesi” basate su “fonti (..) verificate, scientifiche [e] non di parte”, in completa opposizione con le scuole di “concezione totalitaria” che muovono nell’esatta direzione opposta per riportare solamente quelle informazioni comode al regime.

“La scuola – spiega ancora Valditara – non ha lo scopo di indottrinare” studenti e futuri cittadini adulti, ma di “valorizzare la sua persona” fornendole tutti gli strumenti necessari per sviluppare “i propri talenti” con delle scelte che siano “consapevoli”: una visione scolastica che, insomma, mettere al centro “la persona”, opposta a quella totalitaria in cui il centro dell’educazione e dell’istruzione è posto sulle “logiche dello Stato“.
Il ministro Valditara: “La scuola democratica deve ignorare le opinioni e presentare una plurità di pensieri”
Passando al tema delle polemiche sentite in questi giorni, il ministro Valditara ricorda chi ha detto che “se al genitore di un bimbo non piace una certa educazione” su temi a centro del dibattito politico e sociale – e cita, per esempio, quelli relativi “all’identità di genere” -, dovrebbe allora “dare al figlio una istruzione parentale” esternamente al sistema scolastico pubblico: una tesi che – secondo Valditara – infrange “l’articolo 30 della Costituzione” che individua nell’istituzione scolastica “il compito di completare [e] integrare l’educazione iniziata in famiglia”.
Il punto secondo Valditara è che “si è confusa la liberà di opinione” con una sorta di lascia passare ad “alterare le informazioni” in una sorta di “narrazione unica”, danneggiando la “serietà della ricerca scientifica” per portare avanti “affermazioni palesemente false”: un esempio chiaro è quello relativo alla “guerra ai migranti” che il governo starebbe portando avanti, esprimendo un “giudizio certamente di parte” che starebbe meglio in un libro sul tema politico che nulla ha a che fare con la scuola.