I materiali messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione per avviare il dibattito pubblico sulle “Nuove Indicazioni 2025. Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione” presentano una significativa novità: l’assoluta centralità delle competenze digitali. Assai interessante è che quest’ultime siano affrontate da due punti di vista complementari: da un lato tutte le discipline sono chiamate, con una sezione dedicata, a ragionare sull’ibridazione tecnologica, dall’altro l’informatica diviene un insegnamento esplicito nelle discipline integrate STEM, sia in matematica che in tecnologia.
Visto che le Indicazioni offrono alle scuole un quadro di riferimento per la progettazione del loro curricolo verticale, è evidente che le istituzioni educative dovranno ripensare il loro curricolo, dando una forte attenzione al digitale in tutte le discipline e, in particolare, nelle STEM.
L’obiettivo è educare a una cittadinanza consapevole e sanare la pesantissima carenza di competenze digitali che oggi vede circa la metà dei cittadini europei privi di competenze digitali di base, nonostante siano richieste dal 90% dei lavori, come ci avverte la recentissima Comunicazione della Commissione europea The Union of Skills.
Del resto, nella stessa direzione tracciata dalle nuove Indicazioni nazionali vanno gli ingenti investimenti effettuati nelle scuole per la transizione digitale grazie i fondi del PNRR. La coincidenza d’intenti rende, cosa non usuale nel mondo dell’istruzione, realizzabile e concreta la riscrittura del curricolo scolastico in senso digitale.
Proprio grazie al PNRR è entrato a far parte del lessico comune delle scuole un documento prima usato da pochi: il Quadro delle competenze digitali per i cittadini o DigComp, giunto alla sua versione 2.2. Si tratta del quadro di riferimento europeo per lo sviluppo e la misurazione delle competenze digitali che le scuole possono proficuamente usare come punto di riferimento per progettare il nuovo curricolo digitale.
È, dunque, importante che le scuole facciano dialogare Indicazioni nazionali e DigComp. In questo compito non scontato trovano un’autorevole guida nel saggio del presidente dell’INVALSI Roberto Ricci Le competenze digitali nella scuola. Un ponte tra passato e futuro (il Mulino, 2024), che, partendo dall’analogia tra il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) e il DigComp, giunge a guidare le scuole in un percorso di costruzione del curricolo digitale d’istituto basato sul DigComp 2.2.
L’aggancio che Ricci instaura tra i livelli della scala dei risultati di italiano e matematica delle prove INVALSI e i livelli di padronanza delle competenze digitali del DigComp è assai importante per le scuole, perché chiarisce come le competenze di base debbano essere poste in dialogo serrato con le competenze digitali.
Inoltre, il lavoro di Ricci sostiene le scuole nel compito pedagogicamente complesso di individuare quali livelli di padronanza della competenza digitale richiedere agli studenti al termine dei diversi gradi scolastici, elemento chiave del curricolo d’istituto verticale. Rimanendo nel primo ciclo, Ricci ipotizza che gli studenti al termine della scuola secondaria di primo grado possano giungere al livello di padronanza “intermedio/3” del DigComp 2.2.
Oltre al DigComp, le scuole possono avvalersi dei documenti elaborati dall’Unione Europea per supportare la transizione digitale, sempre ponendoli in dialogo con le nuove Indicazioni. Il Centro di ricerca Joint Research Centre di Siviglia (JRC), la struttura che per la Commissione europea ha elaborato il DigComp, ha fornito altri strumenti che possono sostenere in modo assai proficuo le scuole nell’elaborazione e nella messa in pratica di percorsi digitali. Si può iniziare con il Selfie for teachers, un’autovalutazione sulle competenze digitali che i docenti possono fare da soli o come consiglio di classe. Il report finale suggerisce anche i passi da effettuare per avanzare nei livelli di padronanza del DigCompEdu, il framework delle competenze digitali degli educatori.
Esiste poi una guida all’utilizzo del DigComp – DigComp at work – che consente alle scuole di passare dalla teoria alla pratica attraverso un’approfondita lista di esempi di applicazioni del DigComp. Di grande supporto per le scuole è infine DigComp into Action, che esplora metodologie, strumenti e casi di studio che consentono ai docenti di far varcare alle competenze digitali la porta della classe.
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