La recente circolare ministeriale del 4 aprile 2025 che pone una stretta nella scuola alla possibilità dei registri elettronici di inserire al loro interno contenuti commerciali incontra il favore della Rete Nazionale dei Patti Digitali, un network che coinvolge migliaia di famiglie, istituzioni educative e scuole in tutta Italia. Ad oggi, sono più di cento i Patti Digitali avviati da gruppi di genitori e, a seguire, di scuole, oratori, comuni, associazioni culturali e sportive.
I “Patti Digitali” sono accordi comunitari che coinvolgono famiglie, scuole, istituzioni e altre realtà educative, con l’obiettivo di promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia tra bambini e adolescenti. Tra gli obiettivi più importanti vi è quello di non lasciare sole le famiglie nella fase di “pressione” da parte dei ragazzi e ragazze al fine di ottenere per sé uno smartphone personale.
Qui abbiamo detto ragazze e ragazzi, ma dovremmo riferirci a bambine e bambini, dal momento che il primo smartphone arriva sempre più precocemente, ad esempio come regalo di Cresima e Comunione. La consegna di uno smartphone con accesso autonomo alla rete apre a moltissime questioni con ricadute importanti sulla salute mentale dei giovanissimi. L’impennata dei problemi di salute mentale non è causa diretta degli smartphone: gli smartphone ne sono solo potentissimi amplificatori.
Sono ormai sempre più solide le evidenze di come piattaforme quali Instagram e TikTok siano divenute potenti generatori d’ansia tra adolescenti, sfruttando algoritmi che incentivano comportamenti e confronti dannosi per il benessere psicologico dei giovani. Un testo per tutti che raccoglie evidenze scientifiche sulla dannosità degli smartphone in adolescenza è l’ormai celeberrimo La generazione ansiosa di Jonathan Haidt (Rizzoli, 2024).
I Patti Digitali nascono dalla consapevolezza che l’educazione digitale è più efficace quando viene affrontata collettivamente, creando un ambiente di supporto reciproco tra genitori, educatori e altri membri della comunità.
Molte famiglie che vorrebbero aspettare a consegnare uno smartphone ai propri figli, ad esempio fino alla fine della seconda media, vivono spesso situazioni di disagio di fronte a una didattica basata sull’uso intensivo di tali strumenti.
Pertanto, le dichiarazioni degli ultimi mesi del ministro Valditara che preannunciano forti limitazioni all’uso degli smartphone in classe, appaiono significative in un contesto in cui la tecnologia, pensata inizialmente come ausilio alla didattica, rischia invece di compromettere la crescita equilibrata di bambini e adolescenti.
Le criticità evidenziate dalla Rete Nazionale dei Patti Digitali sono molteplici e supportate da dati scientifici consolidati: oltre alla distrazione durante le lezioni e ai problemi relazionali tra studenti, l’accesso precoce agli ambienti digitali amplifica dinamiche problematiche, come la pressione sociale derivante dai social media, la possibile esposizione a contenuti inappropriati e gli effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani. Ultima ricerca in ordine di tempo l’indagine Eyes Up del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale di Milano-Bicocca che evidenzia l’uso pervasivo degli smartphone dei ragazzi in un’età delicata per la costruzione della propria identità sociale.
La rete dei Patti Digitali chiede alle scuole di avviare una riflessione per un uso consapevole e attento del digitale nel rispetto dei ragazzi/e e delle rispettive famiglie. Nel decalogo per le scuole della Rete dei Patti Digitali sono contenute indicazioni e suggerimenti sul come avviare questa riflessione: si può iniziare con il ripensare internamente, oltre che con le direttive delle circolari ministeriali, come utilizzare in modo appropriato il registro elettronico nella comunicazione con le famiglie e le studentesse e studenti.
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