A scuola la matematica era complicata per Sara, e quel giorno sorprese, spiazzandolo, Riccardo con una richiesta alla quale il vecchio prof non era pronto
“Questo inizio d’anno è stato duro, molto duro, a scuola!” aveva detto Sara a Riccardo, un insegnante di matematica in pensione che faceva il volontario al centro di aiuto allo studio.
“Perché?” aveva chiesto il professore.
“Perché i professori hanno cominciato subito di corsa e questa settimana in pratica abbiamo una verifica o un’interrogazione al giorno” aveva risposto Sara, e Riccardo le aveva obiettato che essendo a fine ottobre era normale che fosse così.
“Quindi? Che cosa facciamo oggi?” aveva chiesto Riccardo.
“Niente!” con molta determinazione Sara era stata più che chiara.
“Niente? Non hai appena detto che hai una verifica o un’interrogazione al giorno? Non ti sembra un po’ contraddittorio? su, dai non perdiamo tempo!”
“Sono stanca, oggi ho fatto sei ore di lezione! Poi non ho da fare matematica, sono venuta qui per un altro motivo” aveva ribadito Sara.
“Quale altro motivo?” aveva chiesto incuriosito Riccardo, non senza ribadire con decisione che lei aveva l’appuntamento per matematica.
“Lo so, ma io ho voglia di conversare.” Sorridendo Sara aveva detto quale fosse il suo desiderio, poi, senza aspettare la reazione di Riccardo, aveva aggiunto che è importante comunicare, è un arricchimento parlare e parlarsi, aiuta ad essere in pace, fa vivere meglio.
“Io sono qui per matematica!” aveva ripetuto a quel punto, alzando il tono, Riccardo. “E che cosa vuoi comunicarmi?” aveva allora chiesto il vecchio professore.
“Io voglio dire che ho bisogno di rapporti con gli altri, ma rapporti veri, autentici.”
“Cioè?” aveva chiesto Riccardo.
“Come ‘cioè’? Io voglio comunicare con lei che ho bisogno di rapporti veri e lei mi dice ‘cioè’? Non ha qualcosa d’altro da dirmi?”
Per Riccardo era stato un contraccolpo. Aveva capito come fosse stato goffo quel “cioè”. Aveva davanti una ragazza che voleva qualcosa di più di una risposta generica e scontata, anzi, indifferente.
“Sa cosa vuol dire rapporti veri? Che cosa sono dei rapporti veri?” aveva allora chiesto Sara, e vedendo che il professore non rispondeva aveva precisato: “come adesso che lei non ha insistito con la sua matematica ma ha accolto il mio desiderio di comunicare.”
Riccardo l’aveva fissata negli occhi e Sara si era ritratta, dicendo “sì, ho bisogno di verità e la prima verità è che sono stanca!”
“Che cosa possiamo fare per la tua stanchezza?”
“Lei cosa fa quando è stanco?” aveva allora chiesto Sara di rincalzo.
“Cerco un posto dove sto a mio agio, dove mi trovo bene e questo mi aiuta a ripartire” aveva detto Riccardo, e in cuor suo stava ringraziando già Sara di quella sberla che gli aveva dato senza alcun riguardo.
“Siamo uguali, io sono venuta qui al centro perché ero stanca e sapevo che qui mi sarei riposata. Comunicare è riposare, così si riparte. Grazie!”
“Quanto ho ha imparare da questi giovani!” si era detto fra sé e sé Riccardo e aveva passato tutta l’ora di matematica ad ascoltare Sara che raccontava delle sue giornate a scuola e della sua domanda di verità.
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