Serena Dandini e lo sketch con Corrado Guzzanti a Cavalli di Battaglia
Serena Dandini ospite dello show Cavalli di Battaglia di Gigi Proietti. La comica e conduttrice, ospite della puntata, ha ritrovato il collega Corrado Guzzanti con cui ha condiviso il palcoscenico regalando un momento di grande divertimento e ilarità. “Cosa vedono le mie fosche pupille!” Ebbene, cosa vedono? “Serena Dandini!” – dice Corrado Guzzanti alla conduttrice che replica “so’ venuta apposta per toglierti il fiocco. Sei un cavallo di razza. È un piacere essere qui”. La Dandini non si scompone, anzi si gode lo spettacolo facendo da spalla al collega Corrado Guzzanti: “No, non ci credo! È lui! Finalmente è tornato! Devo dire che ne sentivo la mancanza”.
Guzzanti nello sketch riveste il ruolo del Messia con la Dandini che gli fa da ottima spalla regalando un momento davvero divertentissimo.
Serena Dandini: l’inizio della sua carriera in Rai
Eppure in pochi sanno che Serena Dandini si è ritrovata in Rai per uno strano scherzo del destino. Il suo sogno era quello di diventare l’assistente della sua professoressa di lingue e letterature straniere all’università, ma tutto è cambiato quando la sua prof l’ha segnalata alla Rai. “Fu proprio la professoressa a segnalarmi alla Rai per fare un provino – ha racconta la conduttrice dalla pagine de Il Corriere della Sera -, di quelli che il servizio pubblico dedicava ai giovani per inserirli nel mondo del lavoro. Se da un lato quella fu la mia fortuna, dall’altro fu la fine della mia sognata carriera universitaria”.
In Rai è iniziato tutto come facchino come ha raccontato: “non mi avevano affidato la conduzione di qualche trasmissione radiofonica, ma il compito di portare fisicamente, dall’archivio Rai allo studio dove si svolgeva il programma, i dischi da trasmettere, un bell’allenamento. Poi qualche conduttore ha cominciato a coinvolgermi, a farmi dire qualcosa al microfono e così via…”. Una cosa è certa: la Dandini nata in una famiglia ricca è sempre stata una controcorrente e ribelle: ” sin da quando, minorenne, andavo al Piper di nascosto: il tempio della beat generation, un mito. All’epoca il locale aveva un’apertura anche pomeridiana e, con un paio di amichette, uscite di casa con qualche bugia, ci accorciavamo le gonne, ci passavamo un rossetto sulle labbra per apparire più grandi e ci presentavamo all’ingresso, dove c’era un tipo severissimo: decideva se farti entrare oppure no”.