Sedicesima giornata di Serie A. Mentre trascorrevano le ore nell’attesa dell’incontro più atteso della giornata, Fiorentina vs Inter, mi sono impegnato nel cercare di comprendere come si possa dare continuità ai “campioni industriali” italiani. Intanto debbo spiegare chi sarebbero i campioni. Sono le aziende, in particolare Pmi, che gestite a livello familiare sono oggi molto competitive e con eccellenti prospettive di crescita, ma gestite da una persona la cui età avanza, come per tutti e, per una serie di motivi, non potrà dare continuità alla propria azienda. Non sono stati introdotti manager che lo affiancano, i figli hanno scelto altre vie o non sono all’altezza dell’impegno aziendale. Confrontandomi con un amico – in Ucimu sulla tematica ci si confronta da anni – mi si è rafforzata un’idea. Perché oltre ai normali strumenti di cui ci si è dotati, ingresso di fondi di investimento, nascita di finanziarie con competenze anche industriali, non si studia la possibilità di favorire la trasformazione di tali imprese in un particolare tipo di cooperativa che coinvolga i dipendenti trasformando, per chi fosse interessato, il capitale accantonato per il trattamento di fine rapporto in quote societarie? Praticamente andrebbe studiata una possibile applicazione ai campioni aziendali di quanto fatto, negli anni ottanta dello scorso secolo, per diverse aziende in crisi. Non entro in altri tecnicismi, aspetto suggerimenti.
Tutti i tifosi di calcio hanno aspettato, invece, la risposta in Serie A dei bauscia alla inopinata e quasi autodeterminata uscita dalla Champions dopo un incontro con il Barcellona che, per occasioni avute, l’Inter avrebbe potuto agevolmente vincere. Certo che se a Firenze parti e segna Borja Valero allora tutto pare in discesa. La viola è partita un po’ rabberciata e l’Inter avrebbe potuto raddoppiare. La differenza fisica e tecnica far le due squadre era troppo a favore dei nerazzurri. Purtroppo, per i milanesi, passato il primo tempo, si sono trovati ancora in vantaggio solo di una rete con la Fiorentina che appariva un poco ringalluzzita. Solita sofferenza nerazzurra. E’ iniziata la ripresa sulla falsariga della prima parte. La Fiorentina attaccava ma non aveva punte, l’Inter insidiava la porta viola ma il portiere toscano non si faceva sorprendere. La Beneamata aveva difficoltà nei contrasti a centrocampo, data l’ammonizione ricevuta da Brozovic all’inizio. Nell’avversaria, Chiesa è apparso in serata negativa e Boateng non è mai stato un vero puntero. Dragowski in grande spolvero, imbattibile, solo Borja Valero lo ha uccellato. Così, ridendo e scherzando, la gara pareva finita ma, come lo scorso anno, la sfiga si era annidata sulla porta nerazzurra. Un ragazzotto, buttato in campo da Montella per disperazione, ha battuto Handanovic dopo un rapido contropiede. Se uno vince al 92′ perché va all’attacco esponendosi alle ripartenza avversarie? Così peana bianconeri per aver raggiunto la Beneamata in cima alla classifica di Serie A.
Nonostante tutto La Maggica, con la vittoria sulla Polisportiva ferrarese, si è portata avanti di quattro punti sulla Dea. Con ciò ha posto una pietra miliare sulla strada della Champions. Ha una linea d’attacco fenomenale con Dzeko che sa tenere e smistare palla come nessun’altra punta in serie A. Un lampo nel nulla: così si può definire il tiro di Gabbiadini che ha determinato la vittoria della Samp nel derby della Lanterna. E’ stata una brutta pubblicità per il calcio, più tattica che gioco, più calci che calcio. Gattuso ha l’attenuante di essere arrivato al Napoli solo da tre giorni e di essersi trovato di fronte la squadra più forte nel raggrupparsi in difesa e partire in contropiede con attaccanti velocissimi: il Parma. I ducali quando vengono attaccati sono fortissimi, l’Inter ne sa qualcosa. Hanno fatto più punti nelle partite esterne che in casa. Figuriamoci contro un Napoli in cui tutti si spingono avanti creando confusione nei pressi dell’area avversaria e con il solo Manolas che ha la capacità di rientrare velocemente. Gli azzurri hanno avuto un predominio territoriale infinito ma, senza gli errori di Gervinho e le prodezze del portiere Meret, avrebbero perso con molto più di una rete di differenza. Ringhio avrà un duro impegno per far capire alla squadra l’importanza, più che di segnare, di non subire reti. Ce la farà? L’impressione è che ADL abbia sostituito il primario con un infermiere.
La Gobba ha asfaltato l’Udinese in scioltezza. Con il terzetto meraviglia davanti ha dominato l’incontro di Serie A subito dal primo minuto. I friulani sono entrati in partita quando la frittata era fatta. Diversa la gara del Milan col Sassuolo che ha lottato alla pari per tutto l’incontro. I rossoneri hanno giocato di più ma i neroverdi sono parsi più concreti. I casciavit hanno un grande attaccante, il terzino Hernandez, forse dovrebbero giocare a tre in difesa per portarlo più avanti, veda Pioli. Chi ha seguito Bologna vs Atalanta, al di là del risultato, ha potuto ammirare le giocate di Palacio: controllo di palla, dribbling, freddezza sotto rete. La classe non è proprio acqua, come dicono gli inglesi della pettinatura di Mr. Johnson.