Siberia in fiamme: una vasta area sta andando a fuoco da settimane. Secondo gli ultimi dati forniti da Greenpeace Russia, quasi 4 milioni di ettari di bosco stanno bruciando. Invece 12 milioni di ettari – che è l’equivalente dell’area della Corea del Nord – sono già stati arsi dalle fiamme. Attualmente nessuno sa come fare per domare un incendio così vasto, inoltre la situazione è aggravata dal fatto che non sono previste nei prossimi giorni piogge o temporali. In azione ci sono esercito e vigili del fuoco che sono al lavoro in continuazione, giorno e notte. La zona colpita dall’incendio è disabitata, anche per questo il governo russo ha ritenuto che non fosse inizialmente necessario intervenire. La situazione è stata sottovalutata, quindi i soccorsi sono stati ritardatari. Le fiamme così sono andate fuori controllo e si stanno avvicinando alle zone abitate. Intanto i fiumi che si sprigionano dai boschi stanno invadendo ampie aree degli Urali e del Kazakistan. Difficile ora calcolare i danni e i costi sanitari, ma si stima che per ripristinare l’ecosistema potrebbero volerci almeno venti anni.
SIBERIA IN FIAMME: BRUCIANO 4 MILIONI DI ETTARI DI BOSCO
Ma il fumo causato dagli oltre 400 incendi in corso in Siberia sta raggiungendo anche le coste canadesi e statunitensi. L’esercito sta provando senza troppi successi a contenere le fiamme nelle regioni di Krasnoyarsk, Buriazia e della Jacuzia, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Di fatto sono state rovesciate 1.300 tonnellate di acqua nella sola giornata di domenica, su un’area di circa 1.700 chilometri quadrati in due regioni. Steve Rosenberg di BBC News ha raccontato che gli abitanti locali hanno provato a isolare gli incendi abbattendo gli alberi e rimuovendo ogni tipo di vegetazione per creare una zona cuscinetto senza materiali infiammabili, ma non è bastato del tutto a contenere le fiamme. Un pompiere intervistato ha dichiarato che gli incendi potrebbero continuare fino alle piogge autunnali o addirittura fino alla caduta della prima neve. È già capitato che tra maggio e ottobre in queste zone si siano sviluppati degli incendi, ma l’intensità e durata di quest’anno sono inusuali. La causa degli incendi è da imputare soprattutto all0aumento delle temperature: nella regione artica stanno aumentando più rapidamente che nel resto del mondo.