Il 1 maggio ha origini che risalgono a una lotta storica che ha cambiato per sempre le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori: la data nasce dalla protesta dei lavoratori di Chicago nel 1886, che chiedevano la riduzione dell’orario lavorativo a otto ore giornaliere ma la richiesta di una maggiore umanizzazione delle condizioni di lavoro non fu accolta facilmente dalle classi dominanti, portando a scontri e repressione.
Il 1 maggio di quell’anno, infatti, milioni di operai scesero in piazza in tutto il Paese per far valere i loro diritti ma la manifestazione a Chicago si concluse tragicamente il 4 maggio, quando una bomba esplose durante una protesta pacifica a Haymarket Square causando la morte di diversi poliziotti e ferendo molti manifestanti: questo episodio drammatico è passato alla storia come la strage di Haymarket, che fece emergere la brutalità della repressione contro i diritti dei lavoratori.
Nonostante le difficoltà, l’evento divenne un simbolo della lotta per la giustizia sociale e nel 1889, la Seconda Internazionale socialista – durante un congresso a Parigi – decise di proclamare il 1 maggio come giornata di lotta mondiale per i diritti dei lavoratori, in onore dei martiri di Chicago: gesto che segnò l’inizio di una tradizione che si sarebbe diffusa in tutto il mondo, unendo i lavoratori in un’unica giornata di mobilitazione per rivendicare migliori condizioni di vita e lavoro.
Significato 1 maggio 2025, perché si festeggia: dalla strage di Chicago a simbolo di lotta operaia
Nel corso del Novecento, la celebrazione del 1 maggio si trasformò in un simbolo globale delle lotte operaie e della difesa dei diritti dei lavoratori: in Europa – soprattutto in Francia e Germania – il 1 maggio divenne una data di rilevanza politica con imponenti manifestazioni che chiedevano diritti sindacali, migliori condizioni di lavoro e il riconoscimento delle libertà civili. In Italia, la giornata fu celebrata per la prima volta nel 1891 ma divenne ufficiale solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Durante il regime di Mussolini, infatti, il 1 maggio venne soppiantato da una celebrazione del lavoro controllata dallo Stato che mirava a rendere la festività una celebrazione della produttività piuttosto che un’occasione di lotta ma dopo la Liberazione, divenne una giornata di festa ufficiale con il movimento sindacale che lo utilizzò come strumento per rivendicare i diritti dei lavoratori.
In molti Paesi del blocco orientale, come l’Unione Sovietica, veniva celebrato con parate e manifestazioni a sostegno del regime comunista mentre nel mondo occidentale la giornata continuò a essere un momento di rivendicazione dei diritti sociali e sindacali: con il tempo – nonostante la sua valenza politica e sociale sia mutata a seconda delle epoche e dei contesti – il 1 maggio è rimasto un simbolo della lotta per un lavoro dignitoso e per la giustizia sociale.