Carlo Signorelli ha avvertito la popolazione italiana: “La quarta ondata del Covid-19 è finita, ma sia chiaro che non siamo fuori dalla pandemia”. Il professore ordinario di Igiene al San Raffaele di Milano, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha commentato l’andamento dell’emergenza sanitaria, che è in netto miglioramento soprattutto grazie all’apporto della campagna di vaccinazione. Allo stesso tempo, tuttavia, ha invitato le persone a non abbassare la guardia.
“Dall’inizio di settembre, il periodo in cui ci sono state le massime esposizioni legate alla ripresa della scuola e dell’università e all’uso dei mezzi urbani di trasporto, la situazione non si è modificata”, ha sottolineato l’esperto. A meno di sorprese, dunque, il Governo nelle prossime settimane non dovrebbe imporre nuove chiusure. L’allerta, nonostante ciò, deve rimanere massima al fine di evitare ulteriori ricadute, soprattutto all’interno dei luoghi chiusi.
Signorelli: “Quarta ondata finita”/ I rischi in luoghi aperti e chiusi
Se, da un lato, la quarta ondata è finita, come sottolineato da Carlo Signorelli, dall’altro lato esistono ancora dei notevoli rischi da tenere a mente. Essi, secondo il professore ordinario di Igiene al San Raffaele di Milano, riguardano esclusivamente i luoghi in cui è possibile l’assembramento. Su tutti “i mezzi di trasporto, i convogli delle linee ferroviarie regionali”, ha sottolineato. Ma anche i luoghi della cultura. “Nei luoghi chiusi i virus si trovano alla grande. Però sono d’accordo nell’aver ritoccato verso l’alto le percentuali della capienza, purché venga applicato rigorosamente l’obbligo di entrare con green pass e di non togliersi mai la mascherina da naso e bocca. Allargare al 100% in questa fase mi sembra prematuro e affrettato”.
Ben diverso il discorso relativo ai luoghi aperti, tra cui gli Stadi e quelli in cui vengono svolte le manifestazioni open air. “Il rischio di contagio negli spazi all’aperto è bassissimo, tanto più che adesso c’è l’obbligo di presentare il green pass”, ha ribadito Carlo Signorelli. Da qui il “sì” all’aumento della capienza dal 50% al 75%. “I limiti erano soltanto sulla carta e non avevano una logica. Vedevi settori completamente vuoti e poi una parte degli spalti debordanti di pubblico. Sarei rigoroso però nel far indossare la mascherina e invece nessuno controlla. Inutile stare a ritoccare le percentuali se poi nessuno verifica il rispetto dei comportamenti che restano sempre una delle armi con cui si combatte un’epidemia da virus respiratorio”, ha concluso.