Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha analizzato il momento che il sistema sanitario sta vivendo in Italia, definendolo “quasi paralizzato” ed “in forte affanno” a causa delle conseguenze dirette ed indirette della pandemia di Covid-19. Il problema più rilevante, oltre a quello relativo alla mancanza di personale “per contagi, isolamenti e quarantene”, è rappresentato dai continui rinvii delle attività ordinarie. I pazienti non affetti dal virus ormai attendono da anni di ricevere le cure che gli spettano.
“Le attività ordinarie sono fortemente rallentate. Questo vuol dire ritardare diagnosi, interventi chirurgici e peggiorare la salute della popolazione. In questo momento abbiamo più danni alla salute da attività non fatte che direttamente dal Covid”, questo l’allarme lanciato dall’esperto nel corso di un’intervista concessa ad Adnkronos Salute.
Signorelli: “Sanità paralizzata”. Il problema delle attività ordinarie rinviate
Non solo Covid-19. In questi due anni di pandemia troppo spesso si è messo da parte i pazienti che hanno bisogno di cure ordinarie oppure la cui vita potrebbe essere salvata con diagnosi tempestive. È questo il messaggio portato avanti da Carlo Signorelli, il quale ritiene che non si possa andare avanti con la “sanità quasi paralizzata” come è attualmente.
“In sanità la macchina sta girando male per i tanti contagi ma anche altri servizi essenziali sono in affanno. Oggi il problema Covid non è tanto legato ai casi gravi quanto alla diffusione dei contagi che sta decimando il personale nei servizi essenziali, con treni che non vanno, banche che non aprono, l’ospedale tiene a fatica”, ha spiegato docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ai microfoni di Adnkronos Salute. Al Governo, dunque, prossimamente spetterà il compito di analizzare il fenomeno nella sua completezza, andando oltre la sfaccettatura della pandemia in senso stretto.