Il silenzio elettorale è scattato oggi, alla vigilia delle Elezioni Politiche 2022 e durerà fino alle 23 di domani, quando chiuderanno le urne. Ma c’è chi ha registrato un record nell’infrangerlo. Si tratta di Carlo Calenda, che ha rotto il silenzio elettorale due minuti dopo la mezzanotte. “Noi saremo quelli che faranno diventare popolari le scelte giuste. La campagna non è finita, ora tocca a voi. Il 25 settembre vota l’#ItaliaSulSerio”, ha twittato il leader di Azione alle 00:002 del 24 settembre.
Poi lo ha infranto la Lega, pubblicando un post su Instagram per criticare una bandiera dell’Unione Sovietica, con l’aggiunta del volto di Che Guevara, che è apparsa ieri durante la manifestazione di ieri del Pd in piazza del Popolo a Roma. Sulla questione è intervenuto Francesco Lollobrigida, quindi anche il capogruppo di Fratelli d’Italia lo ha infranto. Chi può parlare, cioè gli elettori, non hanno nascosto il loro disappunto. (agg. di Silvana Palazzo)
SILENZIO ELETTORALE QUANDO INIZA E QUANTO DURA: ECCO COSA SI RISCHIA INFRANGENDOLO
Con le votazioni di domenica 25 settembre per le Elezioni Politiche 2022, si torna a parlare di silenzio elettorale e soprattutto i più giovani, magari alle prese con il primo voto della loro vita, si stanno domandando che cosa sia esattamente e quanto a lungo si protragga. Giova rammentare innanzitutto che si tratta di una misura che in Italia per la prima volta ha fatto la sua comparsa il 4 aprile 1956 e con cui viene fatto divieto assoluto di ogni forma di propaganda, sia essa l’affissione di un poster, un’intervista o un comizio di piazza. Chiaramente, esso ha un momento di inizio e un momento di fine.
Il silenzio elettorale scatta esattamente 24 ore prima che vengano aperti i seggi, dunque in questo caso specifico sarà attivo dal 24 settembre e chiunque non lo rispetti sino alla chiusura delle urne rischia di incappare in una sanzione amministrativa. Come prevede la Legge 202/1956, “Norme per la disciplina della propaganda elettorale”, “nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri manifesti di propaganda; nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”. Chiunque vìoli tali norme “è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 103 euro a 1.032 euro”.
SILENZIO ELETTORALE: OCCHIO A INTERNET E SOCIAL…
Chiaramente, essendo la norma del silenzio elettorale risalente all’anno 1956, non viene fatta menzione alcuna dei social media, come Facebook, Twitter e Instagram, e questo, di per sé, può essere definito un autentico vuoto legislativo in materia di silenzio elettorale ed è una questione anche piuttosto delicata, in quanto può spostare gli equilibri elettorali, perlomeno secondo i dati di uno studio Istat del 2019, secondo cui il 42% dei nostri connazionali utilizza il web come strumento principale per informarsi sulla politica del nostro Paese.
L’argomento silenzio elettorale è passato un po’ in sordina anche per colpa della pandemia di Covid-19 e della guerra in Ucraina, ma nel 2019 e nel 2020 sono state presentate due proposte di modifica di legge, utili proprio a colmare questa lacuna. Entrambe, però, sono cadute nel vuoto e non hanno sortito gli effetti sperati. Per questo motivo, il silenzio elettorale è puntualmente a rischio ogni volta in cui la popolazione dello Stivale è chiamata a votare.