ALLA VIGILIA DEL BALLOTTAGGIO IN ROMANIA SIMION FA ORDINE: “RIMANERE IN UE E NATO, LA RUSSIA È INACCETTABILE”
Prima Calin Georgescu poi anche George Simion: accusati di essere filo-fascisti, vicini alla Russia, contro lo Stato di diritto, e intanto il popolo rumeno cresceva in consensi verso la destra di AUR nel primo turno delle Elezioni Presidenziali e ora con l’arrivo del ballottaggio domenica 18 maggio 2025. Per il giovane leader della destra in Romania, intervistato in esclusiva da “Quarta Repubblica”, il voto nel weekend è un primo tassello per riuscire a sconfiggere la burocrazia europea, riaprendo una vera UE dei popoli e delle nazioni.
Simion rifugge qualsiasi accusa di essere un fanatico destrorso fantoccio di Vladimir Putin, e anzi accusa le politiche della Russia invocando la necessità di rimanere nella NATO e nell’Unione Europea per difendere la vera libertà sociale e politica: insomma, l’esatto opposto di come è stato dipinto da parte dell’opinione pubblica dentro e fuori la Romania, con l’elettorato che sembra aver puntato decisamente sulla coalizione “eurocritica” al primo turno delle Presidenziali con oltre il 40% delle preferenze.
«Definirmi filo russo e filo fascista è una contraddizione, tentano di diffamarci» racconta il candidato sfidante del sindaco di Bucarest Nicusor Dan, intervistato da Federico Novella a meno di una settimana dal ballottaggio. «Opinione su Putin e la Russia è la più dura possibile, ha rotto ogni accordo aggredendo un altro Stato sovrano (l’Ucraina, ndr)»: per questi motivi la Romania, come il resto dell’Europa, non può accettare le aggressioni russe, tanto più con bombe e carri armati sul suolo ucraino. Al netto di ciò, è convinzione per Simion e Georgescu che l’intera guerra debba finire quanto prima, con la spinta positiva dell’America di Trump che punta «ad una tregua e a successivi negoziati di pace».
Il punto dunque non è criticare l’Europa per avvicinarsi alla Russia, ma l’esatto opposto: per difendersi dalle aggressioni territoriali del Cremlino serve puntare ad una vera azione unitaria di un’Europa nuova, come ha impostato il Governo di Centrodestra in Italia con Meloni, Salvini e Tajani. Altro che filorusso, i “modelli” per la Romania del possibile prossimo Presidente Simion sono appunto Italia e Stati Uniti, anche perché «non mi oppongo alla UE ma solo ai burocrati non eletti».
Secondo il candidato di AUR serve abbattere il Green Deal, le politiche di riarmo, così come le politiche woke su cambio sesso dei minori e trionfo del politicamente corretto: invocare famiglia, patria e libertà per il futuro della Romania dovrebbe essere il piano unitario della destra anti-burocratica, che da Trump fino a Meloni rappresenta una visione diversa sul ripristino dei valori originari dell’Occidente.
LA VIDEO INTERVISTA INTEGRALE DI GEORGE SIMION A “QUARTA REPUBBLICA”: L’ATTACCO AL “PIANO” DI MACRON (E VON DER LEYEN)
Secondo Simion non bisogna affatto uscire dall’UE o peggio dalla NATO, come invece è stato accusato di aver proposto nei programmi di AUR: la libertà raggiunta dopo l’URSS non è negoziabile, ergo il tema per la destra rumena è diametralmente opposta, «non siamo schiavi e Bruxelles non sanno i nostri padroni». Occorre dunque riunire USA e UE, e non avallare politiche di “gelo” su riarmo e dazi: in tutto questo, la sinistra resta il nemico da battere alle urne e anche nel resto dell’Europa, secondo Simion, che denuncia l’esistenza di un potenziale piano di contrasto all’avanzare della destra alle Elezioni Presidenziali in Romania.
Per il giovane leader addirittura la presidente UE Ursula Von der Leyen assieme al Presidente francese Emmanuel Macron starebbero cercando di intromettersi nelle Elezioni romene, «Noi siamo solo un terreno di prova e loro proveranno a ripetere questa operazione in altri paesi europei». Serve invece contrastare tale “piano” tramite i vari appartenenti al movimento MEGA (Make Europe Great Again), gemello dei sostenitori di Trump negli Stati Uniti, occorre «lottare per la nostra identità e per il buon senso».
I piani di riarmare l’Europa da un lato, e i timori evidenziati dall’Eliseo contro leader come Marine Le Pen, George Simion, Alice Weidel (AfD) o la stessa Giorgia Meloni dall’altro, sono occasioni di porre un semi-regime in tutti quei Paesi dove non si impongono alle urne le forze europeiste.
Parlare dunque di minacciare l’uscita della NATO è una fake news rilanciata dagli europeisti, denuncia il leader di Alleanza Unita per i Romeni: serve mantenere l’UE come insieme cooperanti di Paesi sovrani, difesa dall’Alleanza Atlantica e senza alcuna proposta di “volenterosi” come spinge Macron, «abbiamo già la NATO per la nostra difesa, non va rinnegata». Chi invece critica e denuncia la destra in Romania come “filorussa” non fa che cercare di «intromettersi nel voto di domenica», magari da chi come il capo dell’Eliseo in Francia «non gode più del consenso popolare».