L’autopsia conferma le sensazioni degli inquirenti “a caldo” dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Simon Gautier, l’escursionista-turista francese morto ad inizio agosto in Campania (ma trovato solo 10 giorni dopo) in seguito ad una bruttissima caduta avvenuta nella scarpata del Parco Nazionale del Cilento. «Il turista è rimasto in vita solo 45 minuti dopo la caduta», spiegano i medici dell’ospedale di Sapri (Salerno) che hanno eseguito l’autopsia del corpo di Simon Gautier questa mattina. Il turista scomparso il 9 agosto nel Salernitano (e trovato domenica scorsa) è morto in seguito ad uno shock emorragico per la rottura dell’arteria femorale proprio a seguito della caduta nella scarpata. «Sono state riscontrate fratture esposte e composte ad entrambi gli arti inferiori ed il laceramento di tessuti», hanno spiegato i medici assieme al procuratore capo Antonio Ricci, confermando che la telefonata fatta ai soccorsi dal giovane escursionista ha preceduto di “soli” 45 minuti il tragico ultimo respiro. Il tema non è da poco visto le polemiche fortissime nate negli scorsi giorni per la mancanza di rapidità nel geolocalizzare il turista francese dopo la telefonata d’aiuto fatta da Gautier dopo la tragica caduta.
LA MORTE DEL TURISTA FRANCESE POCO DOPO LA TELEFONATA
L’emorragia ha avuto origine dalla gamba sinistra che presentava rotture dei principali vasi dopo la caduta che Gautier ha riportato durante un’escursione nel Parco Nazionale del Cilento. La salma dell’escursionista non appena riceverà il via libera dai giudici, potrà essere trasferita in Francia per i funerali che la famiglia attende con silenziosa trepidazione e dolore. L’esame autoptico è durato circa due ore e mezza nell’obitorio dell’ospedale Immacolata di Sapri ed è stato eseguito dal medico legale Adamo Maiese, nominato dalla procura; è stato anche accertato come Gautier, cadendo nel dirupo, ha riportato diversi danni forse fateli anche ad altre vertebre. Al netto delle problematiche sulla localizzazione del povero escursionista, anche trovandolo subito molto difficilmente si sarebbe riusciti a salvarlo viste le tempistiche “rapide” con le quali purtroppo le sue ferite si sono rivelate fatali. Nel frattempo il Parco Nazionale del Cilento aveva preso le distanze da alcune ricostruzioni, tra cui quella relativa alla presenza di lupi all’interno dell’Ente: «sfortuna e imprudenza» fa sapere il Parco rigettando ogni responsabilità imputata alla gestione dello stesso luogo di escursioni nel Salernitano. La mamma di Simon, Delphine Godard, al Corriere della Sera ha raccontato con fatica il suo dolore: «Voglio credere che le ipotesi dei medici siano giuste e che Simon sia morto subito dopo aver chiamato i soccorsi. L’ idea di saperlo ferito, spaventato e solo in fondo a quel crepaccio mi fa impazzire..». L’autopsia di oggi sembra quantomeno confermare la piccola “speranza” di una madre distrutta dalla morte di un figlio.