Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, sulle pagine dell’Osservatorio Romano ha parlato dell’ormai imminente assemblea del sinodo, spiegando cosa significa le denominazione che gli ha dato Papa Francesco, ovvero “sulla sinodalità”. Il pontefice, spiega il cardinale, “ci ha messo su una strada abbastanza unica, quella dell’ascolto e del discernimento“, mentre il lavoro comune sarà “un tentativo di approfondire, di imparare, di sperimentare questo cammino del discernimento”.
“La sinodalità”, spiega ancora il cardinale Schönborn parlando del sinodo, “è molto semplice: è il modus operandi della comunione ecclesiale, la partecipazione anche su questioni e decisioni di governo, su aspetti della vita della Chiesa, su come si vive in modo evangelico, in modo corrispondente alla vita del vangelo, la comunione ecclesiale, il camminare insieme del popolo di Dio”. Inoltre, secondo il cardinale Schönborn, questo sinodo sarà anche un modo per fare “un ulteriore passo nella ricezione del Concilio Vaticano II“, oltre che un modo per discernere e comprendere la “memoria del cammino di chi ci ha preceduto nella fede”, partendo proprio dalla storia.
Christoph Schönborn: “La sinodalità è ascolto della voce dello Spirito Santo”
Continuando il suo discorso sul sinodo, il cardinale Christoph Schönborn ci tiene anche ad analizzare le differenze con un comune parlamento governativo, spiegando che “la sinodalità, la vita nella Chiesa, è sempre una ricerca dell’unanimità non nel senso parlamentare che tutti devono votare allo stesso modo ma come tensione all’unità”. Insomma, “è ascolto della voce dello Spirito Santo che va avanti nella ricerca della verità, nella ricerca del bene fino ad arrivare ad una quasi unanimità”.
Spiegando, invece, cosa significa “ascoltare la voce dello Spirito Santo”, Schönborn cita le parole del Papa, che “ci ha insegnato il metodo della conversazione spirituale“, ovvero “ascoltare gli uni gli altri con rispetto, con accoglienza, per arrivare a un discernimento, per comprendere quale sia la volontà di Dio”. Tirando le somme su ciò che si aspetta da questo sinodo sulla sinodalità, sostiene che “andremo a vivere una forte esperienza di ecclesialità in questo ascolto. Certo, su molte domande e molte tematiche”, specifica il cardinale Schönborn, “l’elenco delle questioni è lungo e ci sarà molto tempo da dedicare alla discussione e allo scambio su questa o quest’altra questione, ma sempre nella prospettiva dell’ascolto dello Spirito“.
Schönborn: “Nel sinodo vi saranno anche membri laici”
Passando a parlare delle novità di questo sinodo, il cardinale Christoph Schönborn ritiene positiva la presenza di coloro che si sono allontanati dalla chiesa, spiegando che “questa eco ci permette un migliore discernimento”. Il fine ultimo, comunque, rimane quello “dell’ascolto del popolo di Dio, della fede dei semplici, la fede del popolo di Dio“, come dimostra anche “l’insistenza di Papa Francesco sulla religiosità popolare, sulla fede della gente”.
Inoltre, il sinodo includerà per la prima volta ufficialmente, anche membri laici, una questione che il cardinale Schönborn ritiene essere “importante per migliorare l’ascolto. Penso che sia semplicemente un arricchimento”, che contestualmente “non cambia nella sostanza il senso di un sinodo post-concliare”. Inoltre, la loro presenza si inserirebbe anche nella cornice di senso definita dal Concilio Vaticano II, che ha posto al centro “la partecipazione dei laici”. Chiudendo, infine, il suo discorso passando al tema della secolarizzazione, il cardinale Schönborn la definisce “una grande sfida”, ma ci tiene anche a ricordare le parole di Benedetto XVI in Repubblica Ceca, che definì la secolarizzazione “un’opportunità per lo Spirito Santo di agire, per essere operativo”.