È un piccolo, ma al contempo piuttosto importante, passo verso la reintegrazione nell’ecosistema mondiale quello che presto farà la Siria grazie al supporto del Qatar e dell’Arabia Saudita che hanno deciso di farsi carico del suo decennale debito nei confronti della Banca Mondiale maturato in decenni di sanzioni e scontri geopolitici – ed ovviamente economici – legati al duro regime dittatoriale del partito Baath guidato da Bashar al-Assad: l’annuncio del rimborso del debito della Siria è stato fatto congiuntamente con alcuni comunicati stampa emessi nelle ultime ore dai tre paesi coinvolti; mentre per ora resta incerto quale sia stata la moneta di scambio pattuita dal governo di transizione siriano.
Complessivamente, il debito maturato negli anni dalla Siria con la Banca Mondiale ammontava a quasi 15 milioni di dollari che nelle prossime settimane saranno ripagati dal qatarioti e dai sauditi; mentre a suggellare il possibile (e per ora solo futuro e teorico) ritorno della Siria sullo scenario globale ci ha pensato anche la primissima partecipazione negli ultimi 20 anni del suo ministro delle Finanze e del governatore della locale Banca centrale alle riunioni primaverili del Fondo Monetario Internazionale e della stessa Banca Mondiale.
Arabia Saudita e Qatar ripagano il debito della Siria: “Necessario per lo sviluppo economico e la ricostruzione istituzionale”
Erano circa 14 anni che la Banca Mondiale aveva deciso – proprio in virtù del duro regime imposto da Assad – di interrompere le relazioni formali con la Siria e sembra che ora grazie al colpo di stato da parte dei ribelli islamici del gruppo Hayat Tahrir al-Sham la situazione stia tornando progressivamente a migliorare; nonostante resti da risolvere il cruciale nodo delle sanzioni imposte da buona parte dell’Occidente nei confronti del governo siriano che restano ancora attive.
Certo è che l’apertura della Banca Mondiale alla Siria è un passo importante che permetterà al nuovo governo di transizione – si legge in una dichiarazione congiunta emessa da Arabia Saudita e Qatar – di accedere al “sostegno finanziario” e “all’assistenza tecnica” necessari per “lo sviluppo dei settori critici [e la] ricostruzione istituzionale” che porterà ad un nuovo “sviluppo” economico per il paese martoriato dalla guerra civile; mente dal conto suo il governo siriano – oltre a ripetere questi punti – ha espresso la sua ferma gratitudine ai “fratelli arabi”, nell’auspicio che sia il primo passo per “rafforzare ulteriormente le relazioni” regionali.