Hay’at Tahrir al Sham (Organizzazione per la liberazione del Levante, HTS), organizzazione islamista, sunnita, salafita, dall’8 dicembre scorso sta cercando di unificare e pacificare la Siria dopo anni di guerra civile. HTS è partita da Idlib nel nordovest della Siria, dove era stata spinta da russi e iraniani attraverso i loro proxy, gli Hezbollah libanesi. HTS, dopo aver abbattuto il regime alawita degli Hassad, ha sorpreso e insospettito il mondo, abbandonando il suo habitus jihadista per abbracciare quello dell’islam di governo.
La trasformazione, avvenuta sotto controllo esterno specialmente degli Stati del Golfo, ma anche della Turchia, degli USA e di Israele, ha permesso il mantenimento del potere e, fino ad ora, un minimo di coesione dello Stato.
Il vertice di HTS pare che pragmaticamente abbia fatto proprio l’obiettivo di amalgamare tutti gli attori siriani senza distinzioni, prescindendo da sesso, lingua, religione, ma la base è ancora restia a recepire questa politica. Come attestano i massacri di civili alawiti e cristiani avvenuti anche di recente e postati sui social, e le accuse, formulate nel marzo 2024, di torture e processi sommari, attuati addirittura nei confronti di componenti dei servizi di sicurezza di HTS, poi scagionati.
HTS di fatto nasce come costola dello Stato islamico e di al-Qaida con il nome di Jabhat al-Nusra (Fronte per il soccorso al popolo siriano). Nell’aprile 2013, però, Jabhat al-Nusra taglia i legami con l’organizzazione dello Stato islamico in Iraq e si allinea ad al-Qaeda, che allora è guidata da Ayman al-Zawahiri, ritenuta più moderata. Nel 2016, Jabhat al-Nusra rompe anche con la jihadista Al-Qaeda, diventata scomoda per la politica del gruppo.
La narrativa del gruppo si uniforma quindi all’islam ad uso siriano con connotazioni nazionalistiche, e non più alla jihad globale. Le minacce maggiori che incombono ora sul suo autoproclamato governo pervengono dallo Stato islamico e dai resti degli Hezbollah libanesi ancora sostenuti da Teheran. Ulteriore minaccia proviene dal narcotraffico del captagon, una sostanza stupefacente di cui parleremo più avanti e che prima era gestito dalla famiglia Assad.
In tutti i dossier i nuovi governanti affermano massimo impegno per il contrasto dei fenomeni disgregativi del Paese. Va tuttavia detto che HTS ha già contrastato questi nemici quando controllava il nord-ovest della Siria. Dal 2017 fino alla rivoluzione, HTS ha compiuto 62 operazioni coperte contro dirigenti dello Stato islamico in Siria (ISIS).
La situazione è totalmente cambiata con la caduta di Assad e la degradazione dei proxy iraniani in Siria, specialmente con il controllo della roccaforte di Deir ez-Zor e del suo territorio, che ha portato anche ad accordi di HTS con le milizie locali. Importanti anche i bombardamenti USA sulle posizioni sciite siriane.
Dopo la caduta del regime si sono intensificate le azioni di HTS per estinguere gli ultimi focolai di resistenza contro le milizie governative e per stroncare il traffico di armi con il Libano ad opera delle residue forze di Hezbollah.
Veniamo al captagon. Il traffico di droga, principalmente hashish e oppio, era già praticato fin dagli anni 40 nel nord della valle della Bekaa. Tale traffico era sviluppato con guadagni diffusi da clan del territorio nel disinteresse delle autorità libanesi. Il quadro è cambiato radicalmente con la guerra civile in Siria. Sul mercato è arrivato il captagon, un’anfetamina molto diffusa in Medio Oriente (soprattutto nei Paesi del Golfo Persico), detta anche “la droga del kamikaze” per il senso di eccitazione e invincibilità che trasmette. Pare che l’avessero assunta gli attentatori di Parigi del 2015, così come i terroristi di Hamas prima delle stragi del 7 ottobre 2023.
Già nel 2006, all’indomani della guerra Israele-Hezbollah di quell’anno, Hezbollah stesso iniziò a produrre, contrabbandare e vendere versioni del captagon per rimpinguare le proprie casse. A causa degli squilibri finanziari portati dalla guerra civile, anche gli Assad trasformarono la Siria in un narco-Stato attraverso la produzione di captagon.
A differenza del regime di Assad, che ha fatto poco per combattere lo Stato islamico, era strettamente alleato a Hezbollah e produceva captagon su scala industriale, HTS, con il suo nuovo regime autocratico, afferma di voler affrontare e contrastare questa piaga. Contenimento strategico dell’Iran e del pericolo sociale costituito dal captagon sono i due principali fattori che farebbero trarre vantaggio a USA, Turchia, Israele e Stati del Golfo da una ritrovata stabilità siriana.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.