L’idea del pacifismo di sinistra, non certo da oggi, è quello di costruire un mondo “senza confini”, alla “Imagine” di John Lennon per intenderci dove nessuna religione, Paese o confine possa più dividere l’umanità. Ecco, con la crisi dei migranti e il nodo dell’immigrazione incontrollata che ancora nessuno in Ue è riuscito ad affrontare al meglio e sotto tutti i punti di vista sul tavolo, anche in Italia la sinistra ha tentato di riaccendere il motore dell’anti-frontiera fino alla spiazzante ultima copertina de L’Espresso dove si legge «Le frontiere uccidono. La guerra alle Ong. Il nuovo muro tra Italia e Slovenia. Le deportazioni dalla Ue in Bosnia. Ma l’unica speranza è un mondo libero da confini». Su Libero il giornalista Antonio Socci ha voluto lanciare una nettissima invettiva contro la “ricetta” de L’Espresso-Repubblica, sottolineando come il vero “nemico” del gruppo GEDI sia quel Matteo Salvini tanto temuto quanto osteggiato: a ispirare l’ultima copertina è l’ antropologo Michel Agier, intervistato dal settimanale, autore del libro La Giungla di Calais. In quel testo si tratta dell’immensa distesa di tende e baracche che si è formata, davanti al Canale della Manica, sulla costa francese, dove nel 2016 vivevano più di 10 mila migranti: «Basta rifletterci un attimo per capire cosa accadrebbe. Lo Stato d’Israele, per esempio, sparirebbe, circondato com’ è dall’odio arabo e dall’estremismo islamico (tanto è vero che in questi anni, per proteggersi, ha dovuto erigere un formidabile muro in Cisgiordania). Ma la stessa cosa vale per l’ Italia e per l’ Europa», attacca Socci su Libero Quotidiano. Il tema è il medesimo da tempo: secondo il giornalista toscano, e come lui diversi altri intellettuali, autori e giornalisti di Centrodestra, l’afflusso irregolare di centinaia di migliaia di migranti negli ultimi anni sarebbe ancora più ingente se non ci fossero frontiere in nessun modo e «l’Italia diventerebbe la banchina di sbarco di milioni di persone solo dall’Africa».
ANTONIO SOCCI CONTRO LA COPERTINA DELL’ESPRESSO
Il tema vale tanto per l’Europa quanto per gli Stati Uniti quanto in realtà per qualsiasi posto al mondo: secondo Socci, «Agier accenna ai morti nel Mediterraneo in questi anni di immigrazione irregolare. Tuttavia nessuno ha ancora risposto al ministro dell’Interno Salvini il quale, citando i dati dell’Unhcr, ha mostrato il crollo del numero di vittime da quando si è fatta una politica di blocco delle partenze. D’ altronde è facile immaginare che un sommovimento gigantesco di milioni di persone verso l’ Europa, da Africa e Asia, sarebbe tanto traumatico da provocare reazioni, rivolte e guerre civili davvero tragiche per moltissimi anni». È lo stesso Socci a citare poco dopo proprio la canzone scritta nel 1971 dall’ex Beatles assassinato e citando Eugenio Capozzi attacca «l‘ inno ufficiale del pacifismo uno dei monumenti del catechismo politicamente corretto, ancora oggi imprescindibile collante emotivo e propagandistico». L’obiettivo di quest’ultima copertina de L’Espresso, secondo Socci, è quell’”eden” che contiene un mondo senza confini, Chiese, nazioni e proprietà «In pratica, i fondamenti della modernità euro-occidentale. Con una intuizione fulminante, Lennon si sintonizzava sulla stessa lunghezza d’ onda del dilagante ripudio dell’eredità dell’Occidente». Dal pacifismo hippie fino al comunismo sovietico, secondo Antonio Socci queste due “realizzazioni” (o tentate tali) di questo pacifismo di massa hanno prodotto gravi conseguenze in tutta la società contemporanea che ancora oggi teorizza molte di quelle istanze: «Si ha la sensazione che dietro tutto questo “amore” per le migrazioni di massa – che viene proclamato anche negli alti organismi internazionali – si possa cogliere un’ inconfessata ostilità per le nazioni e le identità, un’ utopia “ecumenica” che porta all’ appiattimento di ogni diversità e storia. Sarebbe un futuro inquietante, certamente tragico e non prospero» conclude il collega di Libero.