DIBATTITO/ Dopo Concita: dieci domande a Franceschini & Compagni
MERISIO COLLEONI pone domande al PD, a suo avviso destinate a rimenare senza risposta, prendendo spunto dalla lettera che Mauro Calloni ha recentemente inviato a Concita De Gregorio

Caro Sussidiario, trovo che la lettera aperta all’Unità scritta da Mauro Calloni offra una serie di spunti di riflessione interessanti. Nel momento in cui il Partito Democratico appare alla ricerca (disperata?) di un’identità, una direzione, un senso, oltre che di un leader, da quella lettera è possibile trarre una serie di considerazioni utili al dibattito in corso. Considerazioni che riassumerei in dieci domande. Eccole.
1) Il Pd è alla ricerca di idee e contenuti per costruire un progetto politico e individuare un quadro di valori di riferimento, oppure cerca solo una formula estetica funzionale a una vittoria elettorale?
2) Il Pd crede nelle realtà non profit ed è pronto a sostenerle coinvolgendole nella definizione delle politiche di welfare, cioè crede nel principio di sussidiarietà ed è disposto a riconoscere il ruolo della società civile nell’offerta di servizi di pubblica utilità?
3) Che cosa intende il Pd per “giovani”: le persone con meno di 20 o 30 anni, oppure quelle sotto i 55 anni?
4) Dopo le valutazioni espresse intorno alla vita privata di esponenti politici di rilievo, il Pd ha intenzione di modificare l’approccio ai temi della sessualità, accogliendo valutazioni di carattere morale?
5) Il Pd è pronto ad accettare che la Chiesa cattolica esprima liberamente le proprie valutazioni di carattere etico su temi quali la vita, la morte, i limiti della ricerca scientifica?
6) Il Pd ritiene che le famiglie vadano messe nella condizione di poter scegliere liberamente i percorsi educativi per i propri figli, oppure pensa che tale libertà debba essere pagata a caro prezzo?
7) Il Pd è pronto a concedere sostegni e aiuti di carattere fiscale alle coppie con figli, a prescindere dalla presenza o meno o di condizioni di povertà estrema?
8) Il Pd è pronto a riconoscere che, per i lavoratori dipendenti, la povertà o la ricchezza non si misura più solo guardando il reddito, ma una serie di fattori come la disponibilità o meno di determinati servizi, il contesto locale di riferimento, il tempo libero a disposizione?
9) Il Pd è disposto a farsi carico dei problemi delle famiglie con persone disabili o non autosufficienti, almeno quanto si è fatto finora carico dei diritti delle coppie di conviventi o di altre forme di unioni familiari?
10) Il Pd è persuaso del fatto che una politica di accoglienza non sia affatto antitetica a una politica di tutela della sicurezza del territorio, di mantenimento del decoro urbano, del rispetto delle norme elementari del vivere civile?
Caro Sussidiario, e caro Pd, in realtà di domande me ne verrebbero molte altre. Ma credo sia meglio fermarsi qui, anche perché sono convinto che a questi interrogativi non sarà mai fornita alcuna risposta.
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